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Migranti, l'UE: "Lukashenko gangster"

Almeno 2'000 persone bloccate nei boschi, al gelo. La crisi al confine tra Bielorussia e Polonia e le tensioni con Mosca preoccupano l'Europa

  • 9 novembre 2021, 22:16
  • 20 novembre, 19:16
Migranti a Grodno, al confine tra Bielorussia e Polonia

Migranti a Grodno, al confine tra Bielorussia e Polonia

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Di: ATS/M. Ang. 

Sono almeno duemila i migranti bloccati nei boschi al confine tra Bielorussia e Polonia, nel tentativo disperato di entrare nell'UE, con temperature glaciali e pochissime scorte di acqua e cibo, mentre la tensione militare sale a livelli di guardia.

Tra eserciti schierati e accuse reciproche di "spari in aria", si fa sempre più allarmante la crisi migratoria sulla rotta dell'Europa orientale, orchestrata, secondo Bruxelles dall'autocrate Aleksandr Lukashenko come rappresaglia contro le sue sanzioni, con un comportamento definito da "regime gangster". "Il regime di Lukashenko ha iniziato a comportarsi come un regime gangster. Dal nostro punto di vista questo comportamento irresponsabile ed irrazionale dimostra" che Minsk "sente la pressione del nostro approccio graduale delle sanzioni che stiamo introducendo e su cui continueremo a lavorare per interrompere quello che fa contro l'UE e contro il suo stesso popolo". Lo ha detto il portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna, Peter Stano, ricordando i quattro round di sanzioni introdotte fino ad ora dall'Unione europea.

02:00

Migranti ammassati al confine polacco

Telegiornale 09.11.2021, 13:30

In una sessione d'emergenza al Parlamento di Varsavia, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha puntato il dito direttamente sul "padrino" di Minsk, il presidente russo Vladimir Putin, che solo poche ore prima aveva parlato al telefono con Lukashenko. Accuse seccamente respinte dal leader bielorusso, che promette di "non cedere" all'Europa, in un braccio di ferro che continua drammaticamente a consumarsi sulla pelle dei migranti.

La guerra ibrida dei migranti

Le forze di sicurezza bielorusse hanno "sparato colpi in aria, simulando situazioni pericolose" per destabilizzare ancora di più la situazione alla frontiera, ha denunciato il portavoce dei servizi speciali di Varsavia, Stanislaw Zaryn. I media filogovernativi di Minsk hanno rovesciato le accuse, senza tuttavia fornire prove. "Sappiamo anche che le autorità della Bielorussia stanno aiutando i migranti a distruggere le barriere al confine. Li vediamo portare loro gli strumenti per tagliare i cavi e distruggere la recinzione", ha accusato ancora Varsavia, che intanto ha rafforzato lo schieramento di migliaia di soldati al confine per i respingimenti e si è detta pronta a difendere il proprio territorio, ammonendo su una possibile escalation armata. Per sottolineare il livello d'allarme, a visitare le truppe al confine si è recato oggi anche Morawiecki. "Chiudere il confine polacco è nostro interesse nazionale. Ma oggi è in gioco la stabilità e la sicurezza di tutta l'UE", ha avvertito il primo ministro.

Sull'altro fronte, il ministero della Difesa bielorusso ha convocato l'addetto militare presso l'ambasciata polacca a Minsk, respingendo come "infondate e ingiustificate" le "accuse su un coinvolgimento di militari bielorussi" e invitando Varsavia ad evitare ogni "provocazione per giustificare eventuali azioni bellicose illegali".

01:23

RG 07.00 del 09.11.21 - La Bielorussia come la Turchia? L'analisi di Stefano Grazioli

RSI Info 09.11.2021, 11:42

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Donne e bimbi in condizioni drammatiche

In questo braccio di ferro, diverse centinaia di migranti, molti dei quali arrivati dal Medio Oriente con voli sponsorizzati da Minsk, restano accampati in tende precarie nei pressi del villaggio frontaliero polacco di Kuznica, separati da pochi metri e da una barriera di filo spinato dal cordone delle forze di sicurezza di Varsavia. Tra loro, anche diverse donne e bambini in condizioni drammatiche ed esposti a temperature che di notte crollano sotto lo zero. Dall'inizio dell'anno, il Governo ultraconservatore e nazionalista di Varsavia ha registrato oltre 23mila ingressi irregolari da est, quasi la metà a ottobre. Numeri non confermati però da Frontex, cui da settimane viene negato l'accesso al confine polacco.

L'UE pensa a nuove sanzioni contro la Bielorussia

La guerra ibrida dei migranti rischia di trasformarsi così in scontro aperto. Il Consiglio dell'UE ha sospeso oggi lo schema di facilitazione dei visti per gli esponenti del regime di Minsk e nei prossimi giorni potrebbe dare il via libera a nuove sanzioni. "Un altro pacchetto di sanzioni contro la Bielorussia è al momento in preparazione e verrà discusso domani al Coreper. Le nuove sanzioni puntano a estendere quelle già esistenti agli individui e alle organizzazioni che contribuiscono a questa strumentalizzazione della migrazione". Così la direttrice generale della divisione Migrazione e Affari Interni della Commissione europea, Monique Pariat durante la sua audizione alla commissione per le libertà civili del Parlamento europeo sulla situazione in Bielorussia.

Un impegno sollecitato in particolare da Berlino, che esorta Bruxelles ad agire. "La Polonia o la Germania non possono farcela da sole", ha avvertito il ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer. Domani, intanto, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel incontrerà Morawiecki a Varsavia per discutere della crisi, che preoccupa sempre di più anche la NATO. Parlando con il presidente polacco Andrzej Duda, il segretario generale Jens Stoltenberg l'ha definita "grave", promettendo la solidarietà dell'Alleanza in caso di necessità.

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