Una dopo l’altra, le aspiranti al titolo di Miss Perù hanno elencato i numeri della violenza sulle donne nel loro Paese. Una sorpresa per il pubblico in sala e per i telespettatori, un pugno nello stomaco in prima serata per far capire le dimensioni di un problema particolarmente diffuso, ma di cui i media locali parlano troppo poco.
Ha debuttato Camila Canicoba, di Lima. Al posto delle classiche misure busto-vita-fianchi ha spiegato che negli ultimi nove anni ci sono stati 2'022 casi di femminicidio. “Una bambina – ha detto Samantha Batallanos Cortegana - muore ogni dieci minuti a causa dello sfruttamento sessuale”.
Juana Acevedo ha spiegato che il 70% delle donne peruviane è stata vittima di aggressioni in strada. Gli organizzatori del concorso hanno appoggiato l’iniziativa, rispondendo alle critiche di chi ha sostenuto che si è trattato di un siparietto fuori luogo in un concorso di bellezza.
“Proprio perché celebriamo la bellezza femminile – ha spiegato il presentatore Cristian Navarro – dobbiamo essere in prima fila contro la violenza sulle donne”.
Durante il programma (per vedere il video clicca qui) l’hastag #MisMedidasSon (le mie misure sono) è stato trending topic in tutto il Perù e la notizia ha trovato amplio risalto su tutti i media continentali.
“Tutto quello che possiamo fare per svegliare la coscienza collettiva è utile – spiegano a Miss Perù – Noi abbiamo semplicemente fornito un megafono per diffondere la dimensione di un problema che sconvolge la nostra società a tutti i livelli”.
In Sudamerica gli indici di omicidi, attacchi e discriminazioni a sfondo sessuale sono molto alti; non è un caso che proprio a Buenos Aires è nata l’anno scorso la campagna #niunamenos, che si è diffusa poi nelle altri capitali continentali e poi su scala globale.
Emiliano Guanella