Il ministero russo della Difesa ha comunicato domenica di aver impiegato nuovamente i missili ipersonici “Kinjal” (in russo pugnale, ndr), lanciati dallo spazio aereo della Crimea per colpire un obiettivo militare nella regione di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. Ieri, sabato, Mosca aveva comunicato di averli impiegati per colpire un deposito sotterraneo di munizioni: è stata la prima volta, almeno ufficialmente, che Mosca ha fatto ricorso a quest’arma in uno scenario di guerra.
Il presidente russo Vladimir Putin ha definito i “Kinjal” invincibili. Ma, al netto della propaganda, qual è la caratteristica principale di questi nuovi missili? “Non è solo la velocità, ma anche il fatto che hanno una traiettoria parallela alla terra e quindi sono molto difficili da rilevare a lunga distanza da sistemi antimissilistici terrestri”, spiega ai microfoni della RSI Mauro Gilli, esperto in sicurezza internazionale e tecnologie militari al Politecnico di Zurigo (ETH). Inoltre, continua l’esperto, sono manovrabili: “Anche se avvistati, la manovrabilità unita alla loro velocità, che può arrivare fino a 10'000 chilometri all’ora, li rende molto efficaci anche contro le difese più evolute”.
Si tratta dunque di un missile di ultima generazione, estremamente distruttivo: perché la Russia ha deciso di usarlo proprio ora? “L’unica spiegazione plausibile finora, magari a breve emergeranno altri dati, sembra essere che Mosca abbia voluto lanciare un segnale – risponde Gilli – Il primo missile è stato lanciato contro un obiettivo non così importante e gli altri missili impiegati sono stati efficaci: non c’era una necessità né tattica né operativa. Viene da pensare che la Russia volesse rendere noto che questo missile esiste, è efficace e può essere utilizzato”.*
Avanzata russa in difficoltà
L’avanzata russa in Ucraina, rileva l’esperto dell’ETH, ha iniziato a incontrare difficoltà, e ha iniziato a colpire anche obiettivi civili, “usare un missile di questo tipo per colpire un obiettivo militare non è quindi coerente con quanto visto finora”.
Dall’inizio dell’invasione, sottolinea Mauro Gilli, le forze armate russe hanno colpito l’Ucraina con oltre 1'000 missili, balistici e da crociera, e questo “è un numero molto alto, se dovesse ricorrere ulteriormente a missili ipersonici verrebbe da pensare che le scorte di altri tipi stiano diminuendo”.
*L’intervista è stata registrata prima della comunicazione di domenica da parte di Mosca di aver fatto nuovamente ricorso ai missili ipersonici