Mondo

Mobilitazione, Zelensky vuole 400’000 uomini

Il presidente ucraino ha firmato la legge che prevede l’abbassamento dell’età, da 27 a 25 anni, per i cittadini che possono essere arruolati

  • 3 aprile, 15:46
  • 5 aprile, 10:29
2024-02-23T125624Z_311185464_RC2986ARXFO0_RTRMADP_3_UKRAINE-CRISIS-GERMANY-LEOPARDS.JPG

Truppe ucraine con un Leopard

  • Reuters
Di: Stefano Grazioli

Dopo che nei mesi scorsi governo e parlamento a Kiev si erano preoccupati di disegnare i contorni e i dettagli per la nuova mobilitazione, il presidente Volodymr Zelensky ha firmato la legge che prevede l’abbassamento dell’età, da 27 a 25 anni, per i cittadini che possono essere arruolati. Cifre alla mano significa che almeno 400’000 uomini potranno essere chiamati alle armi nei prossimi mesi, andando a rafforzare le truppe che stanno soffrendo la pressione russa lungo tutta la linea del fronte. La decisione del capo di stato ucraino era attesa da tempo, ma Zelensky aveva temporeggiato, procrastinando la firma, temendo malumori tra la popolazione e nonostante le pressioni dei vertici militari, che avrebbero preferito aumentare il numero dei coscritti già lo scorso anno. La differente prospettiva era stata proprio uno dei punti di scontro con il generale Valery Zaluzhny, licenziato dal presidente all’inizio di febbraio.

Ritardi negli aiuti occidentali

Dopo il fallimento della controffensiva nell’estate del 2023 e la fase invernale del conflitto che ha visto le forze russe conquistare la roccaforte ucraina di Avdiivka e proseguire, seppur lentamente nel solito contesto di un conflitto di logoramento, nell’avanzata nel Donbass, la situazione per Kiev si è fatta molto complicata e l’abbassamento dell’età è stata una mossa inevitabile, nel quadro di altri provvedimenti mirati a razionalizzare il reclutamento. L’esercito ucraino in questa fase del conflitto soffre comunque soprattutto a causa del ritardo degli aiuti occidentali, con i fondi per 61 miliardi di dollari che sono ancora bloccati a Washington a causa delle divergenze all’interno del Congresso tra i democratici del presidente Job Biden e i repubblicani del suo prossimo sfidante per la Casa Bianca Donald Trump. La questione però non sembra essere solo di natura economica, ma anche di volontà politica, come dimostrano inoltre sul versante europeo i tentennamenti di alcuni paesi, in primo luogo la Germania, nel fornire armi letali, come i missili a lungo raggio Taurus.

Problemi economici e politici

Per Kiev si sovrappongono in sostanza due problemi, di cui quello economico sembra essere in realtà il minore, anche alla luce della volontà espressa dalla NATO, di costituire un fondo speciale di 100 milioni di dollari, per finanziare gli aiuti militari all’Ucraina. Quello politico, nelle sue sfaccettature che vanno appunto dal duello per la presidenza negli Stati Uniti alla cautela nel far arrivare a Kiev, sia da parte di Usa che dell’Europa, armamenti che potrebbero condurre a un’escalation diretta con la Russia, pare invece quello ancora da risolvere veramente: ormai dall’estate dello scorso anno, secondo i dati dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel che monitora i dati reali con il suo Ukraine Support Tracker, gli aiuti occidentali giungono col contagocce. Le recenti esternazioni del presidente francese Emmanuel Macron sull’invio di truppe dell’Alleanza atlantica direttamente in Ucraina devono essere lette come parte della guerra muscolare di propaganda, almeno per il momento. Di fronte ai più recenti attacchi a tappeto russi che hanno preso di mira ancora una volta il sistema energetico dell’intero paese, Zelensky ha chiesto invece ancora con urgenza sistema di difesa antiaerea, dato che quelli attuali sono insufficienti.

Droni in territorio russo

Nonostante il quadro sfavorevole sul terreno, Kiev riesce però a colpire in profondità, anche in territorio russo, con droni di ultima generazione capaci di colpire anche a mille km di distanza, se non oltre. Come nei giorni scorsi, ad esempio, quando è stata presa di mira una raffineria in Tatarstan, ad est di Mosca. Si tratta di attacchi non solo simbolici, che da una parte mostrano la vulnerabilità russa e dall’altra tentano di mettere in difficoltà le retrovie, colpendo appunto i rifornimenti. Se sino allo scorso anno ciò avveniva per lo più nelle regioni di confine o in Crimea, dove ancora la flotta russa è bersagliata, adesso invece i droni ucraini arrivano sempre più lontano e secondo Zelensky potranno portare un contributo essenziale nel prosieguo del conflitto.  

Zelensky alla conferenza sulla sicurezza di Monaco

Telegiornale 17.02.2024, 20:00

Correlati

Ti potrebbe interessare