Volodymyr Zelensky ha preso parte alla commemorazione per il secondo anniversario del massacro di Bucha, nei pressi di Kiev, occupata da truppe russe all’inizio dell’invasione nel febbraio del 2022 e ripresa il 31 marzo dalle truppe ucraine, che vi trovarono nei giardini, per le strade e in alcune fosse comuni un grande numero di cadaveri di civili, compresi donne e bambini, alcuni con segni di torture.
Il monumento che è stato eretto sul luogo della tragedia riporta i nomi di 509 civili, quanti ne sono stati identificati fino a ora. Alla commemorazione hanno preso parte numerosi ambasciatori occidentali, tra cui quello svizzero.
“Il mondo non dimentichi il male che stiamo fermando qui”, ha ricordato il presidente ucraino. Per parte sua il sindaco di Kyev, Vitali Klitschko, ha ricordato che la capitale rimane un obbiettivo per il Cremlino.
Mosca chiede a Kiev di consegnare il capo dei servizi
La Russia, che continua a sostenere l’implicazione dell’Ucraina nell’attentato della scorsa settimana alla sala da concerti di Mosca, ha chiesto a Kiev di consegnarle una serie di persone sospettate di attività terroristiche, tra cui l’attuale capo dei servizi segreti interni ucraini.
Oggi il governo e il servizio di intelligence (SBU) hanno definito insensata la richiesta russa, ricordando come sullo stesso Vladimir Putin penda un mandato di arresto internazionale per presunti crimini di guerra. “Parlare di terrorismo è particolarmente cinico quando a farlo è uno stato esso stesso terrorista”, si legge in una nota dell’SBU.