L’esercito nel Myanmar è al lavoro per formare il suo nuovo Gabinetto, dopo il colpo di Stato avvenuto lunedì che ha messo fine al Governo civile di Aung San Suu Kyi, arrestata insieme a decine di altri ufficiali ed attivisti.
Durante la giornata sono stati confermati numerosi nuovi ministri, i giudici della Corte suprema, un organismo anticorruzione e la Commissione per i diritti umani. Inoltre, sono stati ripristinati i collegamenti telefonici e la connessione a Internet che ha permesso alle banche di riaprire e garantire la ripresa dei servizi finanziari.
Le truppe delle forze armate e la polizia in tenuta antisommossa hanno sorvegliato le strade durante la notte dopo l’entrata in vigore del coprifuoco, ma non è stato segnalato nessun episodio di violenza. La presenza dei militari è comunque molto discreta, segno della fiducia che ripongono nel loro controllo della situazione. Nel frattempo, migliaia di birmani residenti all’estero hanno espresso apprensione per i famigliari nel paese e ripongono poca speranza nell’aiuto internazionale. Linee telefoniche e internet funzionano di nuovo, l'aeroporto internazionale di Yangon resta invece chiuso.
E dall’esterno arrivano diverse reazioni: Singapore, Malaysia e Indonesia hanno espresso preoccupazione per la situazione mentre Filippine, Cambogia e Thailandia hanno definito il colpo di Stato un affare interno. Anche la Svizzera, tramite il DFAE, si è detta preoccupata per le conseguenze del trasferimento dei poteri all’esercito e ha chiesto il rilascio di tutti gli arrestati, tra cui la leader e Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Anche la Lega nazionale per la democrazia ha chiesto a gran voce il rilascio della sua leader.
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