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Myanmar, l’OMS: “Servono subito 8 milioni di dollari”

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il terremoto come emergenza al massimo livello - Intervista al capo missione presso l’ambasciata Svizzera

  • 30 marzo, 20:42
  • Ieri, 09:49
03:05

Incaricato d’affari all'Ambasciata Svizzera in Myanmar

Telegiornale 30.03.2025, 20:00

  • Keystone
Di: Telegiornale/Dalpozzo/ATS/Spi 

Navi da guerra, aerei carichi di materiali e personale di soccorso sono arrivati nel Myanmar dai paesi vicini dopo il violento terremoto che venerdì ha devastato gran parte del paese del sud-est asiatico. Almeno 1’700 le vittime e 3’400 i feriti. Ma il bilancio è provvisorio, visto che non tutte le aree colpite sono state raggiunte. A riprova di ciò, domenica, l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), ha classificato il sisma come la più grave delle sue emergenze e ha lanciato un appello per trovare rapidamente 8 milioni di dollari per salvare vite umani e prevenire le epidemie nei prossimi 30 giorni.

I soccorsi, difficoltosi, sono ostacolati dalle scosse di assestamento e dalla ripresa dell’offensiva militare contro i ribelli da parte della giunta golpista, che pure aveva stupito con una inedita richiesta urgente di aiuto internazionale.

Anche la Svizzera è pronta a fare la sua parte, come ha spiegato al Telegionale Daniel Derzic, incaricato d’affari dell’Ambasciata Svizzera in Myanmar. “La Confederazione - spiega il capo missione - ha elaborato un’offerta standard per i casi di calamità naturale, che comprende misure specialistiche e attrezzature di soccorso per l’approvvigionamento idrico, l’assistenza medica di base e gli alloggi di emergenza. Ora si tratta di capire esattamente quali sono i bisogni più urgenti e per questo collaboriamo con le organizzazioni internazionali come l’ONU e con i nostri partner svizzeri, che sono molto attivi sul campo”.

A preoccupare è l’accesso alle aree colpite a causa della guerra civile. Il governo di unità nazionale, che coordina la lotta popolare contro l’esercito al potere, ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale di due settimane. “L’ambasciata - rileva Derzic - accoglie con favore qualsiasi proposta di de-escalation delle tensioni e la proposta tregua è una di queste misure. Sosteniamo questa iniziativa e speriamo che il regime militare risponda in modo positivo”.

Ci vorranno anni per ricostruire, ma la Svizzera è nel Paese per il lungo termine. Lo conferma il nostro interlocutore: “Abbiamo un programma di cooperazione svizzero in Myanmar per il 2024-2027 che unisce strumenti di aiuto allo sviluppo, aiuti umanitari, costruzione della pace e diplomazia dei diritti umani per affrontare questa situazione estremamente complessa”.

Urgente, adesso, è però assistere la popolazione confrontata con una miriade di sfide. “Per esempio, esiste una legge sul reclutamento forzato che potrebbe avere ripercussioni anche sui nostri dipendenti e le loro famiglie, che si trovano in zone di conflitto, ora colpite da un terremoto catastrofico. La vita per la popolazione è molto difficile. Ma allo stesso tempo devo dire che non ho mai visto persone così resilienti, così positive, così forti”.

La raccolta lanciata dalla Catena della Solidarietà

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Per aiutare la popolazione civile vittima di questo devastante sisma, la Catena della Solidarietà ha lanciato una raccolta di fondi. Le donazioni possono essere effettuate attraverso il codice digitale e sul sito internet www.catena-della-solidarieta.ch, tramite TWINT o a un qualsiasi ufficio postale, menzionando il nome della colletta “Terremoto nel Sud-Est asiatico”.

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Catena della solidarietà

Telegiornale 30.03.2025, 20:00

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