Il poliziotto che ha aperto il fuoco contro il 17enne ucciso martedì a Nanterre, alle porte di Parigi, è indagato per omicidio volontario ed è stato posto in detenzione preventiva. È quanto ha fatto sapere nel pomeriggio di giovedì la procura locale, dopo che l'agente 38enne è stato convocato come da prassi davanti al giudice istruttore.
Nel pomeriggio, 6'200 persone - secondo le cifre ufficiali - hanno partecipato a una marcia in ricordo del ragazzo, che si è conclusa davanti alla prefettura. Sul luogo del dramma è stato osservato un minuto di silenzio prima che una parte del raduno degenerasse in scontri con le forze dell'ordine. Nel corteo c'era la madre del giovane, che indossava una maglietta con la scritta "Justice pour Nahel".
Le violenze avevano già caratterizzato le ultime due notti, con 150 fermi solo nell'ultima, e si prevede possano riprodursi anche nella prossima. Nell'insieme del Paese saranno schierati 40'000 poliziotti, il quadruplo di quanti ne sono in servizio abitualmente. Il ministro dell'interno Gérald Darmanin ha promesso che la risposta dello Stato alle proteste violente "sarà estremamente ferma". Non verrà però decretato lo stato di emergenza.
Il caso continua a suscitare anche reazioni politiche: in Parlamento la sinistra intende chiedere l'abrogazione di quella parte della "legge Cazeneuve" che disciplina l'uso delle armi da parte delle forze dell'ordine.
Francia, ancora scontri a Parigi
Telegiornale 29.06.2023, 12:30