La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha contestato la condanna inflitta in Russia al leader dell’opposizione Alexei Navalny e a suo fratello Oleg, per frode e riciclaggio di denaro ai danni di MPK e di Yves Rocher Vorsok. Il verdetto emesso nel 2014, si legge nella sentenza che sarà definitiva tra tre mesi, salvo ricorsi, è stato “arbitrario e irragionevole”.
In particolare, i giudici di Strasburgo sostengono che la giustizia russia abbia interpretato in modo estensivo e non prevedibile il reato di frode commerciale stabilito nel codice penale, a detrimento dei due uomini. Mosca, condannata per la seconda volta dalla CEDU per i processi al blogger, deve ora rimborsare 10'000 euro ciascuno per danni morali.
Navalny si era già opposto nel 2016 al giudizio che lo vedeva colpevole di appropriazione indebita quando era consigliere del governatore di Kirov.
ats/sulma