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La guerra dura da sei mesi

Netanyahu: “C’è una data” per ingresso a Rafah

Prepariamo altre operazioni, confermano i vertici militari – Nuove manifestazioni per chiedere il rilascio degli ostaggi - Negoziati in corso al Cairo - Il premier israeliano rilancia in un video

  • 7 aprile, 09:26
  • 8 aprile, 19:17
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In un discorso serale il premier fa pressione su Hamas

  • Reuters
Di: Agenzie/RSI Info

Un passo indietro e uno in avanti. Suona così la dichiarazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu che, in un video diffuso lunedì sera, ha annunciato che Tel Aviv ha fissato una data, senza però dire quale, per l’ingresso dell’esercito a Rafah.

Israele intanto ha ritirato le proprie truppe dal sud della striscia di Gaza, a eccezione di una brigata. Lo ha fatto nel giorno in cui cadono i sei mesi dal sanguinoso attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas, che ha provocato l’invasione israeliana. In quell’occasione morirono 1’170 persone e 253 vennero prese in ostaggio. L’ultimo bilancio delle vittime diffuso dal ministero della sanità della striscia (controllato da Hamas) parla di 33’137 morti, senza distinguere civili o combattenti.

Le comunicazioni dell’esercito sono avare di dettagli sui motivi e la durata del ritiro. Le intenzioni dei militari non sono chiare, ma Netanyahu ha detto che Israele non è mai stato cosi vicino alla vittoria. Intanto però il premier deve vedersela con l’ira della piazza: ieri (sabato) in centomila si sono radunati a Tel Aviv per chiedere le sue dimissioni. Ci sono stati sporadici scontri con la polizia. Manifestazioni anche in altre città israeliane.

Sul fronte diplomatico contatti sono in corso al Cairo per negoziare un tregua, con la forte pressione degli Stati uniti e di altre cancellerie arabe e occidentali. Sembra che lo scoglio principale siano le modalità del rientro di civili palestinesi nel nord della Striscia: Israele vuole che passino attraverso dei propri check-point ed esclude di far tornare i maschi in età per combattere. Hamas rifiuta i check-point.

9 aprile, 11:27

Leader palestinese Dahlan al Cairo per colloqui su Gaza

Il leader palestinese Muhammad Dahlan è arrivato al Cairo da Abu Dhabi con un aereo privato per una visita di più giorni in Egitto, durante la quale discuterà degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza. Durante la sua visita in Egitto - fanno sapere fonti informate che hanno partecipato all’accoglienza di Dahlan all’aeroporto del Cairo - il leader palestinese incontrerà una serie di alti funzionari e personalità e seguirà gli ultimi sviluppi dei negoziati tra mediatori egiziani, americani, del Qatar, di Hamas e israeliani sul cessate il fuoco. Monitorerà inoltre il meccanismo di arrivo di aiuti umanitari e di soccorso a sostegno della popolazione.

9 aprile, 10:51

Turchia limita esportazioni verso Israele

La Turchia ha imposto oggi, martedì, limiti alle esportazioni di numerosi beni verso Israele, compresi prodotti in acciaio, ferro e alluminio. Lo ha annunciato il Ministero del Commercio turco. “Questa decisione rimarrà in vigore fino a quando Israele non dichiarerà un cessate il fuoco immediato e consentirà l’accesso continuo degli aiuti umanitari a Gaza”, ha spiegato il Ministero in un comunicato.

9 aprile, 09:46

Katz, ritiro dal sud della Striscia non è fine della guerra

“Siamo pronti a ogni scenario. E Hamas non si illuda che il ritiro delle truppe da Gaza Sud significhi la fine della guerra”. Lo spiega Israel Katz, ministro degli esteri israeliano e fedelissimo di Netanyahu, in un’intervista a “Repubblica”.

“Se troviamo un accordo” sul rilascio degli ostaggi “ci sarà un temporaneo cessate il fuoco quindi l’IDF non entrerà a Rafah. Ma lo farà in futuro, a tempo debito. Hamas pensa che non lo faremo? Si sbaglia”. Stando a Katz Israele non ha un piano per il dopo-Gaza.

9 aprile, 08:14

Gaza: 15 morti in raid di Israele su Maghazi e Khan Yunis

L’agenzia di stampa palestinese WAFA afferma che cinque persone sono morte in un bombardamento israeliano che ha colpito lunedì sera un edificio del campo profughi di Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza. Sempre secondo WAFA altri dieci cadaveri, tra cui quelli di sei bambini, sono stati recuperati a nordovest di Khan Yunis, nel sud dell’enclave palestinese.

9 aprile, 07:39

Esercito israeliano dispiega nuovo sistema antiaereo C-Dome

Martedì l’esercito israeliano ha annunciato per la prima volta il dispiegamento del nuovo sistema di difesa “C-Dome”, la versione navale dello scudo antimissile “Iron Dome”, per contrastare un velivolo “sospetto” penetrato nel suo spazio aereo.

Lunedì sera, l’esercito aveva segnalato un allarme nella zona di Eilat, città turistica sulla punta meridionale del territorio israeliano che a febbraio era stata bersaglio di missili balistici intercettati dai ribelli yemeniti Houthi, alleati del movimento palestinese Hamas.

9 aprile, 06:40

Bombe su Municipio a Maghazi, morto il sindaco

C’è anche il sindaco di Maghazi, Hatem Al-Ghamri, tra le vittime del bombardamento israeliano che lunedì ha colpito la città del centro della Striscia di Gaza. Lo rende noto Hamas, affermando che il raid avrebbe centrato un edificio comunale.

9 aprile, 06:38

Guterres: negare accesso ai media a Gaza favorisce la disinformazione

“Negare l’ingresso” nella Striscia di Gaza “ai giornalisti internazionali significa consentire il fiorire della disinformazione e delle false narrazioni”, afferma il direttore generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

“Una guerra dell’informazione si è aggiunta al trauma della guerra a Gaza, oscurando i fatti e spostando le colpe”, scrive Guterres in un post pubblicato lunedì sera sui social media.

9 aprile, 06:04

Hamas conferma: "Stiamo studiando la proposta di tregua"

Hamas ribadisce che sta studiando una proposta di tregua nella Striscia di Gaza raggiunta al Cairo. Il movimento islamista palestinese esprime apprezzamento per gli sforzi dei mediatori ma afferma che Israele non ha risposto a nessuna delle sue richieste e la posizione dello Stato ebraico nei negoziati “resta ostinata”.

Nonostante questo, i leader di Hamas stanno studiando l’ultima proposta e “informeranno i mediatori della loro risposta una volta che ne completeranno” l’esame, si legge nella nota del movimento al potere nella Striscia di Gaza.

9 aprile, 05:55

Pentagono: colloquio Gallant-Austin su aiuti e caso WCK

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e il suo omologo americano Lloyd Austin hanno discusso lunedì “dell’urgente necessità di aumentare drasticamente la fornitura di assistenza umanitaria a Gaza, anche attraverso l’attuazione di misure approvate dal Gabinetto di guerra” dello Stato ebraico. Lo rende noto un comunicato del Pentagono.

Gallant e Austin hanno parlato anche “dell’indagine” delle Forze di difesa israeliane (IDF) “sul tragico raid sugli operatori umanitari” della World Central Kitchen (WCK) “e della necessità di modifiche procedurali per garantire che tali incidenti non si ripetano”, si evidenzia nella nota americana.

9 aprile, 05:53

Hamas: parole Netanyahu su Rafah inficiano i negoziati

Hamas afferma che le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu su un’imminenza di un attacco di terra a Rafah “sollevano interrogativi sullo scopo della ripresa dei negoziati. Il successo di qualsiasi trattativa dipende dalla fine dell’aggressione”, ha detto all’emittente araba Al Jazeera il portavoce del movimento islamista palestinese Sami Abu Zahry. Le richieste di Hamas “sono chiare: la fine dell’aggressione contro il nostro popolo”, ha aggiunto Zahry.

8 aprile, 22:48

Macron mette in guardia su offensiva a Rafah

Il presidente francese Emmanuel Macron, quello egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il re giordano Abdullah II hanno chiesto lunedì un cessate il fuoco “immediato” e il rilascio di “tutti gli ostaggi” a Gaza e hanno messo in guardia Israele dalle “pericolose conseguenze” di un’offensiva a Rafah.

“La guerra a Gaza e le catastrofiche sofferenze umane che sta causando devono finire immediatamente”, hanno scritto in un articolo pubblicato su quattro quotidiani, tra cui Le Monde. Un’offensiva a Rafah “non farà altro che aumentare le perdite e le sofferenze umane, aggravare il rischio e le conseguenze di un massiccio spostamento forzato della popolazione di Gaza e portare a una minaccia di escalation nella regione”.

8 aprile, 20:20

Hamas sta valutando tregua di sei settimane

Una fonte di Hamas ha affermato lunedì sera che il gruppo sta studiando la proposta per un cessate il fuoco di sei settimane a Gaza.

Secondo la fonte vicina ai negoziati, l’accordo di cessate il fuoco a Gaza vedrebbe una tregua di sei settimane e la liberazione di donne e bambini israeliani in ostaggio in cambio di un massimo di 900 prigionieri palestinesi.

La prima fase della proposta prevedrebbe anche il ritorno dei civili palestinesi sfollati nel nord della Striscia di Gaza e la consegna di 400-500 camion di aiuti alimentari al giorno alla popolazione affamata.



8 aprile, 19:07

Netanyahu: "C'è una data" per operazione a Rafah

La vittoria su Hamas “richiede l’ingresso a Rafah e l’eliminazione dei battaglioni terroristici presenti lì. Accadrà, c’è una data”. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un video diffuso lunedì dal suo ufficio.

Il premier ha poi detto di aver ricevuto “un rapporto dettagliato sui colloqui al Cairo. Stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi, in primo luogo il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa su Hamas”. Sempre lunedì esponenti della destra radicale nel governo avevano ammonito che senza un ingresso a Rafah non ci sarebbe stato più l’esecutivo attuale.


8 aprile, 18:14

Gallant: "Momento giusto" per una tregua

Schiarite su una possibile tregua giungono dal ministro della Difesa israeliano. Parlando alle reclute Yoav Gallant ha detto che è “il momento giusto” per un cessate il fuoco con Hamas in cambio del rilascio degli ostaggi rapiti durante l’attacco dello scorso 7 ottobre.

“Ci saranno decisioni difficili e dobbiamo essere pronti a pagare il prezzo per riavere gli ostaggi prima di tornare a combattere. Questo è momento giusto”, ha affermato.

La presa di posizione giunge mentre sono in corso nuovi negoziati indiretti tra Israele e Hamas, i cui leader hanno incontrato domenica al Cairo i mediatori di Egitto, Stati Uniti e Qatar.

8 aprile, 18:08

Il nuovo primo ministro palestinese Moustafa incontra al-Sisi

Il nuovo primo ministro e ministro degli Esteri palestinese Mohamed Moustafa è arrivato lunedì al Cairo con un aereo privato proveniente dalla Giordania. Si tratta del primo viaggio all’estero dalla sua nomina.

Moustafa, accompagnato da Wael Zaqout, ministro palestinese della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale, sarà ricevuto dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi per discutere degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza e delle prospettive di cooperazione tra i due Paesi.


8 aprile, 13:50

UNICEF, a Gaza danneggiato o distrutto l'84% delle strutture sanitarie

L’84% di tutte le strutture sanitarie e il 62% di tutte le abitazioni nella Striscia di Gaza sono state danneggiate o distrutte dalle ostilità in corso. Inoltre, circa il 57% delle infrastrutture idriche è stato distrutto o parzialmente danneggiato.

I dati in questione sono stati presentati dall’UNICEF. Nella Striscia la capacità di produzione idrica attuale è stimata al di sotto del 5% della produzione abituale e diminuisce gradatamente ogni giorno. Sono 350’000 le persone con malattie croniche che non hanno accesso, o hanno un accesso estremamente limitato, ai farmaci e alle procedure mediche essenziali come la dialisi. L’agenzia delle Nazioni Unite sottolinea che “3,1 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari nello Stato di Palestina, tra cui un milione di bambini nella Striscia di Gaza”.


8 aprile, 11:49

Il Nicaragua critica il sostegno della Germania a Israele

Il Nicaragua ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia (CIG) di ordinare alla Germania lo stop alle esportazioni militari verso Israele e di revocare la decisione di interrompere i finanziamenti all’UNRWA, affermando che c’è un grave rischio di genocidio a Gaza.

Managua giudica “patetico” il fatto di donare armi al governo israeliano e di fornire contemporaneamente aiuti a Gaza.

8 aprile, 08:50

Israele: "ucciso un comandante Forze Radwan in Libano"

Aerei israeliani hanno colpito ed ucciso la notte scorsa(quella su oggi, lunedì) “Ali Ahmed Hassin, comandante delle Forze Radwan dell’organizzazione terroristica Hezbollah nella regione di Hajir”. Lo ha fatto sapere il portavoce militare, spiegando che il raid “è stato condotto nella zona di Sultaniyeh nel Libano sud”. “Ali Ahmed Hassin - ha aggiunto - aveva il rango equivalente a quello di comandante di Brigata. Nel suo ruolo era responsabile di programmare e attuare attacchi contro civili israeliani nel nord de Paese”. Insieme a lui, ha concluso, “sono stati eliminati altri due terroristi Hezbollah”.

8 aprile, 06:33

Morti in un campo profughi

L’agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno sette persone sono morte e diverse altre rimaste ferite in un bombardamento israeliano che, oggi, lunedì, di prima mattina ha colpito il campo profughi di Shujaiya, nel centro della Striscia di Gaza. Altre sei persone erano rimaste uccise ieri sera in un raid a sud del campo di Nuseirat, sempre secondo la Wafa. Il bilancio delle vittime nell’enclave palestinese dal 7 ottobre è di almeno 33’175 morti e circa 75’886 feriti, rende noto il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas.

8 aprile, 06:11

"Grandi progressi nei negoziati"

Una fonte egiziana ha rivelato, nella tarda serata di ieri, domenica, all’emittente statale Al Qahera che i negoziati su Gaza al Cairo hanno registrato “grandi progressi” e che le trattative continueranno nelle prossime 48 ore. Secondo la fonte, ci sarebbe “un accordo sui punti principali tra le varie parti”. Le delegazioni di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar lasceranno la capitale egiziana nelle prossime ore, ma è previsto il loro ritorno tra due giorni “per concordare gli articoli dell’accordo finale”.

7 aprile, 20:44

Israele: nuove manifestazioni questa sera

Migliaia di persone hanno dimostrato questa sera a Gerusalemme davanti alla Knesset, il Parlamento israeliano (peraltro chiuso per le vacanze della Pasqua ebraica) chiedendo un accordo subito per la liberazione degli ostaggi. Anche alcuni degli ex ostaggi liberati hanno preso parte all’evento.

Gaza, sei mesi di guerra

Telegiornale 07.04.2024, 20:00

Alcuni chiedono polemicamente al governo di fare di più, altri preferiscono che la manifestazione sia apolitica e si concentri sulla domanda di liberazione come questione umanitaria.

253 persone sono state prese in ostaggio il 7 ottobre da Hamas, tra cui donne e bambini. Circa la metà è stata liberata durante una breve tregua a fine novembre. 34 sono morti, accertati o presunti. Resterebbero ancora 129 ostaggi, tra cui due bambini di quattro anni e un anno, Ariel e Kfir Bibas, detenuti insieme ai genitori.

7 aprile, 20:10

Halevi (IDF): fine della guerra ancora lontana

“La guerra a Gaza continua e siamo lontani dal fermarci”, lo afferma il capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi. Gli alti funzionari di Hamas sono rimasti nascosti nella zona costiera. “Li raggiungeremo prima o poi”, ha detto. “Non lasceremo attiva alcuna brigata di Hamas, in nessuna parte della Striscia di Gaza”.

7 aprile, 20:08

Hamas: per discutere rilascio ostaggi vogliamo fine degli attacchi ai nostri leader

Hamas ha ribadito le sue condizioni per impegnarsi in negoziati con Israele per Gaza: una tregua prolungata durante le discussioni, la fine degli attacchi contro i leader del movimento e delle fazioni alleate, il ritiro militare dalla striscia. Lo riferisce l’emittente saudita Al Arabiya citando sue fonti riservate.

Hamas - aggiunge Al Arabiya - avrebbe chiesto il ritorno dei residenti nel nord di Gaza senza restrizioni, e di accantonare la questione dell’esilio dei leader del movimento fuori dalla striscia.

Intanto il premier e ministro degli esteri del Qatar, sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, è arrivato al Cairo alla guida di una delegazione per partecipare alle discussioni sulla striscia di Gaza. Nella capitale egiziana sono già presenti il capo della Cia William Burns e una delegazione di Hamas.

7 aprile, 19:40

Gallant: ci prepariamo per Rafah

Il ministro della difesa israelian Yoav Gallant ha dichiarato che l’esercito si è ritirato da Khan Yunis perchè Hamas ha cessato di esistere come struttura militare nella città.

“Le nostre forze hanno lasciato l’area per prepararsi alle loro future missioni, inclusa la missione a Rafah”

Yoav Galant

Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano

  • archivio Keystone
7 aprile, 17:48

Kirby (Casa Bianca): ritiro israeliano sembra solo pausa tecnica

La riduzione delle truppe israeliane da Gaza sembra essere una pausa per riposare ed equipaggiarsi, non necessariamente l’indicazione di nuove operazioni o di un cambio di strategia. Lo ha detto alla rete televisiva americana ABC il portavoce della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, John Kirby.

7 aprile, 17:39

USA abbattono drone Houthi su Mar Rosso, distruggono lanciarazzi

Il comando centrale delle forze USA (CENTCOM) ha fatto sapere che militari americani hanno abbattuto un drone nei cieli sopra il Mar Rosso e neutralizzato un siluro nella stessa zona, entrambi lanciati dai ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran.

Non ci sono stati né vittime né danni. Un sistema lanciarazzi situato in territorio yemenita controllato dagli Houthi è stato individuato e distrutto.

7 aprile, 17:37

IDF: da inizio guerra oltre 12'000 operativi di Hamas uccisi

Dall’inizio dell’operazione di terra a Gaza il 27 ottobre scorso “sono stati più di 12’000 gli operativi di Hamas e delle altre fazioni armate uccisi”, affermano le Forze di difesa israeliane (Idf) ricordando alcuni dati della guerra cominciata con l’attacco di Hamas.

A quelli “vanno aggiunti circa 1000 terroristi uccisi all’interno di Israele il giorno stesso dell’attacco”.

Sono stati uccisi 5 comandanti di Brigata o di rango analogo, 20 comandanti di Battaglione e più di 100 comandanti di compagnia. Gli obiettivi colpiti nella striscia sono stati circa 32’000, inclusi oltre 3’200 siti scoperti durante i combattimenti.

Da Gaza sono entrati in territorio israeliano circa 9’100 razzi, senza contare quelli ricaduti dentro la striscia.

Quanto alle perdite iraeliane, tra riservisti e solati di leva i morti sono 604 e 3’193 i feriti. Dei 604 morti, 260 sono stati uccisi durante le operazioni di terra. 41 quelli uccisi dal “fuoco amico”.

Dal Libano sono stati tirati verso Israele 3’100 razzi, dalla Siria 35.

7 aprile, 16:14

Papa Francesco riceverà i familiari di ostaggi israeliani

Domani mattina papa Francesco riceverà in Vaticano i familiari di cinque ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. Lo apprende l’ANSA da fonti diplomatiche. I familiari degli ostaggi sono giunti oggi a Roma con il ministro degli Esteri Israel Katz, che, sempre a quanto si apprende, domani incontrerà a sua volta in Vaticano il segretario per i Rapporti con gli Stati mons. Paul Richard Gallagher.

Non è la prima volta che il Pontefice riceve famiglia di ostaggi: era successo il 22 novembre, a margine dell’udienza generale del mercoledi. Francesco ha anche incontrato familiari di palestinesi a Gaza.

Il ministro degli esteri israeliano ha ringraziato il Papa per avere accettato di incontrare le famiglie.

7 aprile, 16:13

Migliaia di palestinesi tornano a Khan Yunis

Migliaia di famiglie palestinesi sfollate da Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, sono sulla via del ritorno in città dopo il ritiro dell’esercito israeliano dalla zona. Lo hanno riferito fonti locali che si trovano a Rafah dove si trovano centinaia di migliaia di sfollati.

Palestinesi Khan Yunis

Palestinesi ritornano a Khan Yunis

  • keystone


7 aprile, 14:44

Tregua e rilascio ostaggi, Israele partecipa alle trattative al Cairo

Una delegazione israeliana parteciperà all’ultimo round di negoziati al Cairo per raggiungere una tregua nel conflitto di Gaza e un accordo per il rilascio degli ostaggi, ha dichiarato domenica un funzionario del governo israeliano.

Palestinesi Khan Yunis
7 aprile, 14:16

Israele è "a un passo dalla vittoria", secondo Netanyahu

Israele è “a un passo dalla vittoria” nella sua guerra contro Hamas a Gaza, ha dichiarato domenica Benjamin Netanyahu, a sei mesi dall’attacco del movimento islamista palestinese e dall’inizio della rappresaglia militare israeliana.

“Siamo a un passo dalla vittoria. Ma il prezzo che dobbiamo pagare è doloroso e straziante”, ha dichiarato il primo ministro al gabinetto di guerra del suo governo. “Non ci sarà un cessate il fuoco senza la restituzione degli ostaggi. Ciò non accadrà”, ha avvertito.

Oggi una delegazione israeliana prenderà parte a nuovi negoziati di tregua con Hamas al Cairo attraverso i mediatori internazionali - Stati Uniti, Qatar ed Egitto.

7 aprile, 14:03

Anna Momigliano: “Netanyahu non ha una strategia, ma Hamas non sta vincendo sul campo”

RG 12.30 del 07.04.2024: intervista di Giuseppe Bucci

RSI Mondo 07.04.2024, 13:47

7 aprile, 14:03

Netanyahu, nessun cessate il fuoco senza rilascio ostaggi

“Ho detto chiaramente alla comunità internazionale: non ci sarà cessate il fuoco senza il ritorno degli ostaggi”. Lo ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella riunione di governo.

“Questa - ha aggiunto - è la politica del governo israeliano e accolgo con favore il fatto che l’amministrazione Biden abbia chiarito l’altro giorno che questa è anche la sua posizione”. “Vorrei chiarire ancora una cosa: non è Israele a impedire un accordo ma Hamas. Le sue richieste estreme hanno lo scopo di porre fine alla guerra e lasciare intatta” la fazione islamica, ha aggiunto.

7 aprile, 13:16

L'offensiva israeliana si è concentrata nel sud della Striscia

L’esercito israeliano ha ritirato tutte le truppe di terra dalla Striscia di Gaza meridionale, ad eccezione di una brigata, ha dichiarato domenica un portavoce militare.

L’esercito non ha fornito immediatamente ulteriori dettagli. Non era chiaro se il ritiro avrebbe ritardato un’incursione a lungo minacciata nella città meridionale di Gaza, Rafah, che i leader israeliani hanno detto essere necessaria per eliminare Hamas.

Il ritiro arriva mentre l’Egitto si prepara a ospitare un nuovo round di colloqui per raggiungere un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.

L’offensiva di Israele a Gaza, lanciata dopo l’attacco di Hamas a Israele sei mesi fa, il 7 ottobre, si è concentrata negli ultimi mesi sul sud dell’enclave palestinese.

7 aprile, 13:09

Iran: "Nessuna ambasciata israeliana è più sicura"

Un alto funzionario iraniano Yahya Rahim Safavi ha dichiarato che nessuna delle ambasciate israeliane nel mondo è più sicura, come riferisce l’agenzia di stampa Tasnim citata dalla Reuters sul suo sito. Il funzionario, un consigliere della guida suprema Yahya Rahim Safavi, ha parlato in seguito all’attacco attribuito a Israele al consolato iraniano a Damasco del primo aprile. Per il quale Teheran ha minacciato ritorsioni. Nei giorni scorsi Israele ha chiuso 30 ambasciate, compresa quella a Roma.

7 aprile, 12:26

Due persone ferite in Cisgiordania

Due persone sono state ferite - una in modo grave - in un attacco a colpi d’arma da fuoco lungo la strada 55 che passa per la Cisgiordania, all’altezza dei villaggi palestinesi di Azzun e Nabi Ilyas. Lo hanno riferito domenica i medici del pronto soccorso citati dai media. Il ferito grave è una donna di 19 anni. L’esercito israeliano sta setacciando la zona.

7 aprile, 11:56

In sei mesi uccise 33'175 persone nella Striscia di Gaza

Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato domenica che 33’175 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese, il 7 ottobre. Nel giro di 24 ore sono stati registrati altri 38 decessi, secondo una dichiarazione del ministero, che ha aggiunto che 75’886 persone sono state ferite in sei mesi di guerra.

7 aprile, 11:25

Israele ritira le truppe di terra dal sud della Striscia

Nella notte, l’esercito israeliano (IDF) ha ritirato tutte le truppe di terra dal sud della Striscia di Gaza, dopo quattro mesi di intensi combattimenti nella zona di Khan Younis. Solo una brigata, la Nahal, rimane attualmente sul posto.

La Brigata Nahal ha il compito di proteggere il cosiddetto Corridoio Netzarim, che attraversa Gaza dalla zona di Be’eri, nel sud di Israele, fino alla costa della Striscia, si legge sui media israeliani.

Secondo i media, il corridoio in questione consente all’esercito dello Stato ebraico di condurre raid nel nord e nel centro della Striscia, impedisce ai palestinesi sfollati di rientrare nel nord dell’enclave palestinese e permette alle organizzazioni umanitarie di consegnare gli aiuti direttamente nel nord di Gaza

7 aprile, 10:29

Gallant: "Israele pronto a ogni scenario con l'Iran"

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato domenica che sono stati completati i preparativi per affrontare qualsiasi scenario che possa svilupparsi con l’Iran. L’Ufficio del ministro della Difesa ha rilasciato la dichiarazione dopo aver tenuto una “valutazione della situazione operativa” con alti ufficiali militari.

“Al termine della valutazione, il Ministro Gallant ha sottolineato che i vertici della Difesa hanno completato i preparativi per una pronta risposta nel caso di qualsiasi scenario che possa svilupparsi in relazione all’Iran”, ha dichiarato il Ministero.

7 aprile, 09:29

Guterres, "niente giustifica l'orrore scatenato da Hamas"

“Il 7 ottobre è un giorno di dolore per Israele e per il mondo. Niente può giustificare l’orrore scatenato da Hamas. Condanno ancora una volta l’uso della violenza sessuale, della tortura e del rapimento di civili e chiedo il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi”: lo scrive su X (ex Twitter) il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, a sei mesi dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.

7 aprile, 09:25

Hamas non rinuncia a richiesta di tregua e ritiro di Israele da Gaza

Hamas, confermando la partenza della sua delegazione al Cairo domenica, ha dichiarato sabato che non avrebbe rinunciato alle sue richieste di tregua, tra cui “un cessate il fuoco completo”, il ritiro di Israele da Gaza, il ritorno degli sfollati e un accordo “serio” per lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi detenuti dallo Stato ebraico.

7 aprile, 09:25

Ancora negoziati mentre si entra nel settimo mese di guerra

La guerra nella Striscia di Gaza è entrata nel settimo mese oggi, domenica, nel giorno in cui i negoziatori di Stati Uniti, Egitto, Qatar, Israele e Hamas si incontrano al Cairo per un ennesimo tentativo di raggiungere una tregua e liberare gli ostaggi.

Secondo i media statunitensi, il capo della CIA Bill Burns è al Cairo questo fine settimana per incontrare il capo del Mossad israeliano David Barnea, oltre a funzionari egiziani e del Qatar. La Casa Bianca ha confermato che i colloqui sono in corso.

Gaza, ritrovato il corpo senza vita di un ostaggio israeliano

Telegiornale 06.04.2024, 20:00

7 aprile, 09:24

Israele attacca Hezbollah nel Libano orientale

All’alba di domenica, gli attacchi israeliani hanno preso di mira il Libano orientale, dove Hezbollah ha una forte presenza, secondo una fonte vicina al gruppo filo-iraniano. La protezione civile non ha segnalato alcuna vittima.

“Gli attacchi israeliani hanno preso di mira due aree nella pianura della Bekaa, Janta e Sifri, ha detto la fonte vicina a Hezbollah. Janta è una regione montuosa e arida vicina al confine con la Siria, dove si trovano le basi di Hezbollah. Sifri si trova al centro della pianura della Bekaa.

7 aprile, 09:24

Sunak: “Regno Unito scioccato da bagno di sangue a Gaza”

Il Regno Unito è “scioccato dallo spargimento di sangue” a Gaza, ha dichiarato sabato il primo ministro britannico Rishi Sunak, a sei mesi dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas. “Questa terribile guerra deve finire”, ha aggiunto.

“Sono passati sei mesi dall’attacco terroristico del 7 ottobre, l’attacco più spaventoso nella storia di Israele”, ha dichiarato il primo ministro britannico in un comunicato. “Continuiamo a difendere il diritto di Israele di sconfiggere la minaccia dei terroristi di Hamas e di difendere la propria sicurezza”, ha dichiarato Sunak.

7 aprile, 09:24

Australia nomina consulente su indagine morte operatori umanitari

L’Australia nominerà un consulente speciale che collaborerà con Israele per garantire “trasparenza” nelle indagini sulla morte a Gaza di sette operatori umanitari, tra cui un’australiana, uccisi da un drone israeliano. Canberra ritiene che le informazioni fornite finora da Israele non siano sufficienti.

Il governo australiano vuole una “persona adeguatamente qualificata” scelta da lui per supervisionare le indagini, ha dichiarato domenica la ministra degli Esteri australiana Penny Wong. “Il governo nominerà un consulente speciale con cui abbiamo chiesto agli israeliani di lavorare, in modo da poter essere informati sulla rilevanza del processo investigativo”, ha aggiunto. “Vogliamo avere piena fiducia nella trasparenza [...] di qualsiasi indagine”.

7 aprile, 09:23

100’000 in piazza a Tel Aviv: scontri tra polizia e dimostranti

Nuove manifestazioni anti-governative nelle principali città israeliane per chiedere le dimissioni del governo Netanyahu. Centomila persone, secondo gli organizzatori, sono scese in piazza a Tel Aviv chiedendo un accordo per la liberazione degli ostaggi. Alcuni manifestanti hanno acceso diversi fuochi in Kaplan Street, nei pressi del Ministero della Difesa, che sono stati rapidamente spenti con estintori.

Secondo il sito in lingua inglese del quotidiano israeliano Haretz La polizia ha usato la forza per allontanare i manifestanti mentre gli speaker del corteo cercavano di riprendere il controllo. La folla gridava “Polizia, chi proteggete esattamente” e “Ben-Gvir è un terrorista”. Itamar Ben-Gvir, del partito Otzma Yehudit (“Potere ebraico”) è il ministro della sicurezza nazionale.

Tel Aviv proteste anti governative 2

Manifestazione anti-governativa a Tel Aviv

  • Keystone

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