Reportage

Nikki Haley e gli indipendenti: gli ultimi ostacoli di Trump

Nel New Hampshire il secondo e forse già decisivo appuntamento delle primarie repubblicane

  • 23 gennaio, 09:44
  • 23 gennaio, 10:40
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Una sostenitrice di Nikki Haley

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Di: Massimiliano Herber (con Mark Yates) 

Non siamo più in Iowa, ma pure in New Hampshire le temperature sono sottozero. Anche gli ultimi sondaggi per Nikki Haley, l’unica rivale di Donald Trump ancora in corsa, registrano un -18 dall’ex presidente. Nella scuola di Exeter dove l’ex governatrice della Carolina del sud ed ex ambasciatrice all’ONU tiene uno degli ultimi comizi si coglie un testardo ottimismo. La 52enne candidata alla Casa Bianca ha puntato tutto su questo piccolo Stato del New England. Dieci giorni fa, prima del caucus dell’Iowa, il suo svantaggio si era ridotto a pochi punti percentuali.

L’addio di Ron DeSantis ha reso più chiaro il confronto a due per la nomination e pure aumentato la pressione su Nikki Haley. Le primarie appena iniziate potrebbero finire martedì sera in caso di debacle. Sul palco lei trasmette entusiasmo, snocciola il suo programma e attaccando frontalmente il suo avversario spiega di “aver votato Donald Trump due volte e di aver lavorato nella sua Amministrazione”, ma “gli Stati Uniti non potranno sopravvivere ad altri quattro anni di caos sotto Trump”. “Il paese – incalza – ha bisogno di una nuova generazione di leader, è ora di mettersi alle spalle i Joe Biden e i Donald Trump”.

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Nikki Haley a Exeter

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La platea applaude convinta, solo una forte affluenza martedì potrà creare la sorpresa che sperano e rinviare la decisione sulla candidatura repubblicana alla Presidenza di un altro mese, sino a fine febbraio in South Carolina. “Abbiamo bisogno di persone dignitose alla Casa Bianca, dice un giovane supporter, e Trump non lo è”. La candidatura di Haley pare funzionale allo sbarramento anti Trump, tanto che tra il pubblico incontriamo più di un democratico, qualche curioso dagli stati più e meno vicini – Massachussetts, New York e New Jersey – e molti moltissimi indipendenti.

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Alle primarie dello New Hampshire, infatti, possono partecipare tutti gli aventi il diritto di voto registrati e qui chi si dichiara indipendente è quasi il quaranta percento degli elettori (il 30,2 % si dice democratico, il 29,8 % repubblicano). Sally e Susan sono amiche da trent’anni, entrambe infermiere, ambedue indipendenti. A dividerle l’orientamento: Susan ha sempre votato repubblicano alle Presidenziali e da otto anni si considera trumpiana. Sally, invece, si definisce una moderata di centro: nel 2020 ha votato Biden, ora sostiene Nikki Haley. “Non condivido gran parte della sua agenda politica, ma è una persona normale, per bene”, Trump invece “è diviviso, cattivo, ha fatto cose illegali e ha provocato il caos”. “Sei una democratica, la schernisce l’amica Susan, e volete mettere il naso nelle decisioni repubblicane”.

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Sally e Susan, elettrici indipendenti voteranno alle primarie repubblicane

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Ai comizi di Donald Trump la folla accorre numerosa. A Manchester, Rochester e Laconia la stessa scena: la gente attende paziente per oltre un’ora nonostante le temperature polari. Fiducia e ottimismo sono motivate dal successo in Iowa e dai sondaggi che ogni giorno indicano un aumento del vantaggio dell’ex Presidente sull’unica rivale rimasta in corsa. Trump pizzica Haley: una volta chiamandola “Nimbra”, il suo nome indiano d’origine, un’altra dicendo che quand’era Ambasciatrice era “solo chiacchiere e niente fatti”.

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Il comizio di Donald Trump a Manchester

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Mentre Trump si rivolge ai suoi, sullo schermo alle sue spalle compare la scritta “Nikki Haley è amata dai democratici e da Wall Street”. Ennesimo tentativo di dileggiare l’avversaria e squalificarla agli occhi dei suoi simpatizzanti. L’obiettivo del leader repubblicano è di stravincere anche al secondo appuntamento delle primarie per costringere pure Haley a farsi da parte. Così l’ex Presidente candidato potrà concentrarsi sulla campagna contro Joe Biden verso novembre e prima ancora sugli impegni giudiziari che punteggiano la sua agenda.

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La scritta anti Haley proiettata al comizio di Trump a Manchester

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Dei quattordici repubblicani che avevano annunciato la candidatura alla Presidenza solo tre sono rimasti in corsa (Trump, Haley e il miliardario pastore texano Ryan Binkley); quattro hanno gettato la spugna nell’ultima settimana, tre hanno dato l’endorsement all’ex Presidente e tre – Tim Scott, Vivek Ramaswamy e Doug Burgum – erano con lui sul palco del New Hampshire per l’ultimo comizio. Come il partito repubblicano, anche queste primarie stanno diventando sempre più trumpiane.

Dal Telegiornale

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