E' terminata poco dopo le 13.30 di martedì, al Quirinale, la deposizione del capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano, che per tre ore ha testimoniato davanti alla Corte d'Assise di Palermo in trasferta a Roma, al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. All'udienza il presidente della Repubblica ha risposto a diverse domande delle parti. Secondo un comunicato del Colle, che smentisce quanto sostenuto da un avvocato, Napolitano "non ha mai opposto limiti di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali".
Il presidente ha pure replicato ad alcune questioni sollevate dal legale di Totò Riina. Napolitano, stando a quanto si è appreso dai legali presenti in aula, non ha mai usato la parola “trattativa”, ha detto di essere stato "solo uno spettatore" e di non essere stato all'epoca a conoscenza di accordi fra le autorità e Cosa Nostra per fermare le stragi.
Le notizie di presunti attentati contro la sua persona nel 1993 non lo avevano "minimamente turbato (...) perché facevano parte del ruolo istituzionale" ricoperto.
Red.MM/ATS/ANSA/Swing/pon
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RG 18.30 del 28.10.2014 La corrispondenza di Claudio Bustaffa