Se la Scozia, con il referendum del 18 settembre, è balzata agli onori delle cronache, il tema del secessionismo è tornato quanto mai attuale in diversi paesi europei, che devono ormai convivere con il risveglio dei movimenti separatisti.
Un gruppo di indipendentisti scozzesi
Qualche esempio. In Spagna i cittadini della Catalogna dovranno pronunciarsi su un referendum analogo a quello scozzese il 9 novembre; consultazione peraltro dichiarata illegittima dal governo centrale spagnolo. E se Madrid potrebbe trovarsi a fronteggiare di nuovo anche i movimenti separatisti dei Paesi Baschi, in Italia gli indipendentisti del Veneto che, a marzo 2014, avevano promosso una consultazione online, giudicata inattendibile da Roma, sono pronti a tornare alla ribalta. In Belgio, poi, gli anti-unionisti chiedono la divisione tra le Fiandre fiamminghe (dove si parla olandese) e la Vallonia francofona.
Fiandre a destra e Vallonia a sinistra... e la bici rimane ferma
In Ucraina il Parlamento, in settembre, ha approvato un progetto di legge per concedere uno “status speciale” alle regioni filo-russe di Donetsk e Lugansk, nell’est del paese, devastate dal conflitto con i separatisti. A marzo un referendum, non riconosciuto da Kiev, sanciva l'annessione della penisola di Crimea alla Federazione russa.
Massimiliano Angeli