Tre combattenti stranieri - due inglesi e un marocchino - sono stati condannati a morte giovedì tribunale dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Una decisione che ha subito sollevato numerose reazioni internazionali, che invocano il rispetto del diritto anche per i prigionieri di guerra. Fino a che punto può essere considerato "vero" un processo fatto in uno Stato non riconosciuto? Fa parte della propaganda, del gioco delle parti o c'è dell'altro? Domande che abbiamo posto a Marco Sassoli, professore di diritto internazionale all'Institut de Hautes études internationales di Ginevra:
"Il problema non è che lo Stato non è riconosciuto, ma che si trova sotto il controllo globale della Russia. La cosiddetta Repubblica di Donetsk è una finzione e quindi un prigioniero di guerra può essere condannato solo da una corte militare ordinaria della potenza detentrice che in questo caso è la Russia".
Le persone condannate sembra che vivessero da tempo in Ucraina. Questo cambia in qualche modo il loro trattamento dal punto di vista della Convenzione di Ginevra?
"Il primo punto, almeno stando a quello che ho fin qui capito, è che erano membri delle forze armate ucraine e chi è membro di uno degli eserciti in campo non può essere un mercenario. Ma anche se non lo fossero stati, secondo la definizione di mercenario nell’articolo 47 del protocollo della Convenzione di Ginevra chi è residente di un territorio controllato da una delle parti in conflitto non può essere un mercenario. Quindi se non è un mercenario è un prigioniero di guerra e non può essere condannato per aver commesso degli atti ostili contro il paese nemico".
La convenzione protegge solo i soldati regolari o anche truppe che potremmo definire irregolari?
"È una domanda importante per conflitti come l’Afghanistan, ma la Russia e l’Ucraina hanno fatto parte del primo protocollo contrariamente agli Stati Uniti e secondo questo documento non c’è più la distinzione tra forze armate regolari e irregolari. Se fanno parte delle forze armate ucraine e sono stati incorporati da questo paese sono prigionieri di guerra. Potrebbero essere condannati per crimini di guerra, ma non per il semplice fatto di aver combattuto o commesso degli atti ostili. Sono un po’ meravigliato che con tutte le manipolazioni ad opera russa, questi ultimi non abbiano neanche tentato di pretendere che i tre britannici abbiano commesso dei crimini di guerra".
La condanna a morte a suo parere è una minaccia reale oppure alla fine la Russia punterà ad uno scambio?
"Non saprei. Secondo me la Russia vorrebbe che i paesi occidentali negoziassero con la cosiddetta Repubblica di Donetsk, ciò che però non faranno. Ci potrebbe essere anche uno scambio di prigionieri di guerra tra questa regione e l’Ucraina che ha catturato molti soldati di questa Repubblica. Anche loro sono prigionieri di guerra visto che questo territorio è un’estensione della Russia. Mi auguro facciano così e che la Russia smetta di violare questa convenzione, che dovrebbe essere importante per il Paese dopo gli orrori che sono stati commessi contro i prigionieri di guerra russi dalla Germania durante la seconda guerra mondiale proprio con giustificazioni come quella della presenza di irregolari".