I media turchi hanno rivelato mercoledì nuovi elementi a sostegno della tesi secondo la quale il giornalista saudita Jamal Khashoggi sarebbe stato assassinato (o perlomeno rapito, come suggerivano piani intercettati dai servizi statunitensi) all'interno del consolato del suo paese a Istanbul, il 2 di ottobre. In particolare, sono venute alla luce immagini di una telecamera di sicurezza in cui si vede un veicolo nero: parcheggiato al momento dell'ingresso del reporter nella sede diplomatica (alle 13.14) e poi mentre lascia l'edificio due ore dopo.
RG 18.30 del 10.10.2018 Il servizio di Filippo Cicciù
RSI Info 10.10.2018, 20:33
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Alcuni canali hanno mostrato anche le foto del commando di 15 uomini che avrebbe compiuto l'operazione, atterrando su due aerei privati il mattino e ripartendo per Riad la sera, senza aver pernottato nelle camere di albergo riservate nei pressi del consolato. Fra di essi, vi sarebbero anche almeno tre membri della guardia personale di Mohammed bin Salman.
Stando ad alcune fonti di stampa, Khashoggi sarebbe stato fatto a pezzi con una sega per poterne trafugare il corpo. Questo in assenza del personale della sede consolare, al quale era stato opportunamente concesso un giorno libero. Le autorità turche vogliono chiarezza e hanno chiesto e ottenuto di poter compiere una perquisizione, che però non ha ancora avuto luogo.
Giornalisti, una vita a rischio (anche in Europa)
RSI Info 10.10.2018, 16:09
Khashoggi, 59enne autoesiliatosi, era molto critico nei confronti del principe ereditario, tanto riformista sul piano sociale (per esempio nei confronti delle donne), quanto portato alla repressione su quello politico. Reporters sans frontières afferma che sono oltre una quindicina i giornalisti e blogger arrestati dal settembre del 2017. Di loro nella maggior parte dei casi non si sa più nulla, mentre in altri è stata resa pubblica la loro condanna.