Donald Trump ha annunciato nuove sanzioni contro l'Iran nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca. Il presidente statunitense ha ordinato di imporre "il più elevato livello di sanzioni" contro la banca nazionale dell'Iran. Ha dunque individuato il bersaglio, ma non ha chiarito in che cosa consisteranno le nuove misure coercitive.
Le nuove sanzioni sono la risposta agli attacchi contro le installazioni petrolifere in Arabia Saudita che, secondo le accuse di Washington, sono stati organizzati dagli iraniani. Accuse che Teheran respinge.
Intanto il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha dichiarato via Twitter che per gli Stati Uniti conta più il "petrolio arabo" del "sangue arabo". Nel messaggio, Zarif denuncia la "carta bianca ai colpevoli" di "4 anni di bombardamenti indiscriminati dello Yemen, 100'000 morti, 20 milioni di malnutriti e 2,3 milioni di casi di colera", ponendola a confronto con la definizione di "inaccettabile atto di guerra dei raid di rappresaglia da parte dello Yemen contro le cisterne di stoccaggio del petrolio" saudita.
Giovedì il New York Times ha riferito di una riunione tenutasi alla Casa Bianca con i vertici del Pentagono e del consiglio di sicurezza nazionale per definire una lista di potenziali obiettivi da colpire in Iran, nel caso Trump ordinasse una ritorsione per gli attacchi al petrolio saudita. Le fonti del NYT riferiscono che qualsiasi ritorsione potrebbe concentrarsi su più operazioni clandestine, azioni che gli strateghi del Pentagono ritengono non alimenteranno un'escalation con Teheran. Questi target potrebbero includere i siti da dove l'Iran lancia i suoi missili e droni, e dove le armi sono custodite.
In base a tale scenario, l'opzione militare includerebbe una campagna diplomatica all'assemblea generale dell'ONU la prossima settimana, per sostenere le ulteriori sanzioni annunciate da Trump ed altre misure non militari. Sarà discussa anche una serie di cyber operazioni coperte.
ATS/M. Ang.