Donald Trump continua a manifestare prudenza dopo l'attacco del fine settimana contro installazioni petrolifere saudite, che ha fatto crollare della metà la produzione di greggio di uno dei maggiori fornitori mondiali e fatto aumentare quasi del 15% il prezzo del barile. "Sembra che dietro ci sia l'Iran, ma voglio conoscere con certezza le responsabilità", ha dichiarato il presidente statunitense, che intende coordinare la sua reazione con quella di Riad, dove presto si recherà il segretario di Stato Mike Pompeo. Trump ha tuttavia precisato che il suo paese avrebbe i mezzi per una risposta appropriata.
Domenica l'inquilino della Casa Bianca aveva detto di attendere che fossero i sauditi a designare il colpevole e un primo passo in questo senso è arrivato, con l'affermazione che le armi usate "erano iraniane".
Teheran respinge ogni accusa ma rifiuta tramite l'ayatollah Ali Khamenei qualsiasi dialogo con gli Stati Uniti, dopo l'ipotesi di un faccia a faccia fra Trump e il presidente Hassan Rohani. Gli attacchi sono stati rivendicati dai ribelli Huthi yemeniti, una tesi che Pompeo contesta e anche il Pentagono, per bocca del ministro della difesa Mark Esper, è più deciso nel puntare il dito contro l'Iran.
In visita in Iraq lunedì, il numero uno della NATO Jens Stoltenberg si è detto "molto inquieto" del rischio di un'escalation, dopo che un raid statunitense contro obiettivi iraniani era già stato annullato in extremis in giugno.
Si stabilizza il prezzo del petrolio
Telegiornale 17.09.2019, 14:30
Tensione tra Stati Uniti e Iran
Telegiornale 18.09.2019, 22:00
Il commento di Massimiliano Herber
Telegiornale 18.09.2019, 22:00