Ryad ha fermato temporaneamente la produzione nelle due raffinerie saudite della Aramco colpiti, sabato, da attacchi con droni rivendicati dai ribelli yemeniti houthi, interrompendo circa la metà della produzione totale della società. Lo ha reso noto, domenica, il ministero dell'energia saudita. La decisione, ha aggiunto, porterà allo stop di circa 5,7 milioni di barili al giorno, pari al 50% della produzione complessiva.
Alla vigilia di un possibile incontro sul nucleare tra Donald Trump e il presidente iraniano Rohani, gli USA puntano il dito contro Teheran per gli attacchi, ufficialmente rivendicati dai ribelli yemeniti sostenuti dall’Iran. "Non c’è alcuna prova che gli attacchi siano arrivati dallo Yemen": ha affermato senza mezzi termini il segretario di Stato USA Mike Pompeo nel tweet in cui accusa invece l'Iran.
Nel frattempo il Dipartimento dell'energia statunitense ha reso noto che gli USA sono "pronti a impiegare risorse delle riserve petrolifere strategiche (circa 630 milioni di barili), se necessario, per compensare qualsiasi interruzione dei mercati petroliferi", dopo che Riad ha fermato la produzione nei due grandi impianti.
ATS/ANSA/AFP/Swing