Gli Stati Uniti invieranno altri 1'000 soldati in Medio Oriente per fronteggiare quella che definiscono la minaccia dell'Iran. Il segretario statunitense alla Difesa pro tempore ha infatti approvato l'invio di ulteriori truppe, che andranno ad aggiungersi ai 1'500 militari il cui dispiegamento era stato annunciato il mese scorso, in seguito all'attacco a quattro petroliere al largo degli Emirati Arabi Uniti.
Il via libera arriva mentre le tensioni con l'Iran stanno aumentando. Il timore di uno scontro diretto tra i due paesi cresce da giovedì, da quando sono state attaccate due petroliere, una giapponese e l'altra norvegese, nel Golfo dell'Oman, più di un anno dopo l'annuncio del ritiro degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare iraniano del 2015.
Lunedì Teheran aveva annunciato che supererà tra dieci giorni il limite delle riserve di uranio a basso arricchimento consentite dall'accordo sul nucleare del 2015. Dal canto suo la Gran Bretagna ha replicato di essere pronta a esaminare "tutte le opzioni" se l'Iran abbandonerà gli impegni previsti dall'accordo.
L'Iran, dal canto suo, respinge ogni accusa per quanto riguarda gli attacchi alle petroliere ed evoca "un'operazione sotto falsa bandiera" per creare una sorta di casus belli. Il ministro degli esteri Mohammad Javad Zarif ha denunciato che gli USA puntano il dito contro Teheran "senza uno straccio di prova" accusandoli di "complotto", "terrorismo economico" e "sabotaggio diplomatico".
Teheran - in questa crisi - ha più volte accusato gli Stati Uniti di manipolare le prove nei suoi confronti. Accuse che fanno anche riferimento a quanto vissuto 16 anni fa dall’Iraq, allora in mano al dittatore Saddam Hussein.
Reuter/ATS/AP/M. Ang.