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Olanda e Turchia non cedono

Dopo le accuse di nazismo, L’Aia pretende le scuse. Ankara tira dritto e convoca l’ambasciatore

  • 13 marzo 2017, 14:23
  • 23 novembre, 06:28
Il vicepremier Lodevijk Asscher chiede che le accuse di nazismo vengano ritirate

Il vicepremier Lodevijk Asscher chiede che le accuse di nazismo vengano ritirate

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Le relazioni diplomatiche tra Olanda e Turchia restano tese, a due giorni di distanza dalla revoca del permesso al ministro Mevlüt Cavusoglu di tenere un comizio a Rotterdam. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha accusato il paese europeo di essere un "residuo del nazismo". Accuse che ora il vicepremier Lodevijk Asscher chiede che vengano ritirate: se arriveranno le scuse, i Paesi Bassi non prenderanno alcun tipo di provvedimento, ha fatto sapere.

Anche la Germania è intervenuta nella querelle, cercando di gettare acqua sul fuoco: il Governo Merkel ha chiesto al raìs turco di smettere di utilizzare l’epiteto "nazista" con riferimento agli olandesi, ritenendolo "oltraggioso nei confronti di una popolazione che ha pesantemente sofferto l’invasione delle truppe del Terzo Reich durante la Seconda guerra mondiale".

Ankara
tuttavia non accenna a tranquillizzarsi. Anzi, rincara la dose e convoca l’ambasciatore d’Olanda per protestare formalmente sull’uso, ritenuto eccessivo, della forza da parte della polizia nei confronti dei dimostranti pro-Erdogan a Rotterdam durante la manifestazione di ieri, domenica.

Intanto il Governo de L'Aia ha messo in guardia i suoi connazionali presenti nella penisola anatolica: "Restate in allerta su tutto il territorio turco ed evitate gli assembramenti e i luoghi molto frequentati", si legge sul sito del ministero degli Esteri.

ats/reuters/mamo

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