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Oleodotto hackerato da una gang

Fonti vicine alle indagini citano i criminali di "Darkside" dietro la cyberestorsione che negli USA ha paralizzato un impianto da 2,5 milioni di barili al giorno

  • 10 maggio 2021, 11:20
  • 5 settembre 2023, 05:58

Notiziario 11.00 del 10.05.2021 - Il servizio di Claudio Bustaffa

RSI Mondo 10.05.2021, 13:18

  • Keystone
Di: AP/Reuters/EnCa

L’attacco cibernetico di giovedì scorso che ha portato a chiudere uno dei più grandi oleodotti statunitensi è stato portato da una gang criminale denominata “Darkside”, gang che coltiva un'immagine in stile Robin Hood, rubando alle grandi multinazionali per poi donare parte del "bottino" ai bisognosi.

Lo affermano fonti vicine agli inquirenti che indagano sul tentativo di cyberestorsione che ha indotto nei giorni scorsi la Colonial Pipeline, azienda che lo gestisce, a bloccare l’oleodotto formato da 8’550 km di tubi che trasportano benzina e carburante per gli aerei dal Golfo del Messico a New York, rappresentando il 45% delle forniture della costa orientale degli Stati Uniti.

Secondo quanto ha riferito l’agenzia Bloomberg, in un paio d’ore gli hacker di Darkside si sono impossessati di circa cento gigabyte di dati sensibili, provocando così l’immediata chiusura dell’impianto che è tuttora lontano dalla piena attività. Colonial Pipeline ha reso noto domenica che le attività di rigenerazione dei suoi sistemi informatici erano ancora in corso.

La maggior parte del carburante trasportato (2,5 milioni di barili al giorno) finisce in serbatoi di stoccaggio e con il calo dell'uso di energia a causa della pandemia è improbabile che il blitz causi interruzioni immediate nella catena di distribuzione. Nelle indagini è stato coinvolto anche l'FBI.

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