Gli Stati Uniti sono assolutamente contrari alla partecipazione di atleti russi e bielorussi alle prossime Olimpiadi a meno che non sia "assolutamente chiaro" che non rappresentino i rispettivi Paesi: lo ha detto giovedì la portavoce della Casa Bianca Katerine Jean-Pierre. Se il Comitato olimpico internazionale consentirà agli atleti russi e bielorussi di partecipare, l'uso di bandiere, emblemi o inni ufficiali russi o bielorussi dovrebbe essere vietato, ha aggiunto.
Washington si aggiunge così al coro di quanti non ne vogliono sapere di vedere in gara rappresentanti di Mosca e Minsk, attualmente esclusi dalle competizioni internazionali in gran parte delle discipline sportive a causa della guerra in Ucraina.
Quando il CIO ha reso noto che sta studiando le modalità di partecipazione di russi e bielorussi a Parigi 2024, la prima a reagire era stata Kiev, che per bocca del consigliere della presidenza Mikhaylo Podolyak aveva accusato il CIO di farsi "promotore della guerra" e affermato che "i soldi russi che comprano l'ipocrisia olimpica non hanno l'odore del sangue ucraino". Dichiarazioni diffamatorie, secondo la stessa organizzazione, che le aveva rispedite al mittente.
Fra i più attivi nella campagna contro la presenza di russi e bielorussi (come pure nel sostegno all'Ucraina nel conflitto, d'altra parte) ci sono inoltre la Polonia e gli Stati baltici. Dal canto suo, Stanislav Pozdnyakov - forse il miglior sciabolatore della storia (con quattro ori olimpici individuali o a squadre) e attuale presidente del comitato olimpico russo - aveva detto di apprezzare gli sforzi del CIO per superare l'ostracismo imposto in questi ultimi 12 mesi, ma aveva pure ribadito che gli atleti russi non devono avere un trattamento diverso da quello riservato agli altri.