Alla fine sono 14 i Paesi che a Lussemburgo, al Consiglio affari generali dell'UE, hanno siglato una dichiarazione congiunta per stigmatizzare la nuova legge ungherese "contro la propaganda gay verso i minori" e sollecitare l'intervento della Commissione "con ogni mezzo" a difesa dei diritti.
Ci sono tutti i grandi, dalla Germania alla Francia, dalla Spagna all'Olanda alla Svezia. L'Italia - dove si sta consumando la dura battaglia del ddl Zan, che il Vaticano chiede di bloccare impugnando il Concordato - in un primo momento decide di non unirsi all'iniziativa belga, a cui aderiscono subito invece anche Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo e Lettonia. Bisogna aspettare un tweet in serata (mentre a Roma e Bruxelles monta già la polemica politica), con cui il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola annuncia l'inversione di rotta: l'Italia diventa il 14esimo Paese a sottoscrivere.
Nella dichiarazione i 14 Paesi condannano le norme adottate dal parlamento ungherese, "che violano il diritto alla libertà di espressione con il pretesto di proteggere i bambini".
Lo stadio di Monaco con i colori dell'arcobaleno
Intanto l'UEFA si piega al presidente ungherese Viktor Orban e nega il permesso di illuminare di "arcobaleno" lo stadio di Monaco, in occasione della partita Germania-Ungheria. Il sindaco tedesco Dieter Reiter non ci sta: "Isseremo le bandiere arcobaleno, manderemo un messaggio all'Ungheria".
Il presidente ungherese Viktor Orban
Nuove leggi, Ungheria, UE e calcio
Telegiornale 23.06.2021, 22:00
23.06.2021: Il commento di Tomas Miglierina