Dopo i conti segreti di Putin quelli del gotha del Partito comunista cinese. La bufera Panama Papers si dirige verso Pechino, con le nuove rivelazioni che rischiano di creare grandissimo imbarazzo a Xi Jinping che ha fatto della lotta alla corruzione la priorità della sua presidenza.
Secondo il Guardian, nei documenti filtrati dallo studio panamense Mossack Fonseca ci sono anche i nomi di familiari di otto fra i più importanti dirigenti del PCC. In particolare, fra coloro che per sfuggire al fisco avrebbero utilizzato compagnie offshore compaiono il cognato del presidente cinese Xi, il genero di Zhang Gaoli, membro del politburo cinese, la figlia di Li Peng, che guidò la repressione contro i manifestanti di piazza Tiananmen, e la nuora di Liu Yunshan, il capo della propaganda, che sarebbe stata azionista e direttrice di una società registrata nelle Isole Vergini.
Infantino nella bufera
Intanto torna la polizia negli uffici del governo del calcio, che finisce ancora una volta travolto da accuse di corruzione ed evasione. Ieri, i sospetti sul nuovo presidente della Fifa, Gianni Infantino, oggi la perquisizione negli uffici Uefa di Nyon, alla ricerca di carte sull'attribuzione dei diritti televisivi della Champions League. Infantino stasera ha ribadito di non avere nulla da temere dalle indagini: "Sono per la trasparenza e a disposizione per ogni chiarimento".
Assange: "E' un complotto anti-Putin"
In serata, il siluro di Julian Assange e della sua WikiLeaks, che con un tweet ha attaccato il miliardario americano George Soros e il consorzio investigativo di 109 media (ICIJ) accusandoli di essere strumento di un complotto anti-Putin sostenuto dagli USA.
Francia: Panama nelle liste nere
Intanto in Francia, il ministro delle Finanze, Michel Sapin, ha annunciato che chiederà all'OCSE di reinserire Panama nella lista nera dei paesi che non cooperano in materia di trasparenza fiscale, proprio come ha fatto ieri il governo di Parigi.
Coinvolto anche Strauss-Kahn
Nel complicato intreccio di finanziamenti illeciti e società offshore non poteva mancare una società lussemburghese di cui è socio anche Dominique Strauss-Kahn.
Cameron si difende
A Londra, il primo ministro David Cameron ha fatto trapelare che né lui né i suoi figli godranno mai «neppure in futuro» dei fondi offshore della società finanziaria creata nei paradisi fiscali caraibici dal suo defunto padre, Ian, nel 1982 e che per oltre 20 anni non ha pagato tasse nel Regno Unito.
ats/joe.p.
Dal TG 12.30 del 07.04.16