Sono 12 i candidati che il prossimo 10 aprile parteciperanno al primo turno delle elezioni presidenziali francesi, uno in più rispetto alle elezioni del 2017. Fra di loro troviamo quattro donne e otto uomini, incluso il presidente uscente Emmanuel Macron. Sei si situano a sinistra (chi più chi meno) mentre sono quattro quelli che rappresentano il campo della destra nelle sue varie sfaccettature.
Ecco un loro breve ritratto, ripreso dal dossier che il quotidiano francese LeMonde dedica alle presidenziali:
Estrema sinistra
Nathalie Arthaud, 52 anni, rappresentante del partito Lutte Ouvrière (lotta operaia, ndr.), è professoressa di economia e gestione in un liceo dell’ Île-de-France, milita nel partito Trotskista da quando ha 18 anni. Ha già partecipato alle elezioni del 2012 e del 2017, alle quali ha ottenuto rispettivamente lo 0.56% e lo 0.64% dei suffragi. Si definisce “comunista rivoluzionaria”.
Il sondaggio ifop del 1° aprile la dà allo 0,5% delle intenzioni di voto.
Philippe Poutou
Philippe Poutou, 55 anni, esponente del Nouveau parti anticapitaliste (nuovo partito anticapitalista, ndr.) è operaio e sindacalista. Licenziato nel 2019, da allora si consacra a tempo pieno alla politica come consigliere municipale e comunitario (cariche analoghe a quelle di consigliere comunale in Svizzera, ndr.) a Bordeaux. Anche lui ha già partecipato alle presidenziali nel 2012 (1,15%) e nel 2017 (1,09%). Si
batte per una rottura con il capitalismo, una società “ecosocialista” e per “espropriare le grandi industrie farmaceutiche”.
Il sondaggio ifop del 1° aprile lo dà all'1,5% delle intenzioni di voto.
Sinistra radicale
Jean-Luc Mélenchon, 70 anni, è il candidato de La France insoumise (LFI). Ex senatore e ministro socialista, ha preso le distanze dal PS nel 2008, fondando il Parti de gauche (Partito di sinistra, ndr.) poi confluito in LFI nel 2016. Nel 2012 ottenne l’11,1% dei suffragi, mentre nel 2017 il 19,6%. Eletto all’Assemblea nazionale, dal 2017 presiede il gruppo parlamentare del suo partito. Insieme a molti altri ha firmato il programma “L’avenir en commun” della cosiddetta “Union Populaire”, che conta 694 proposte per oltre 80 punti programmatici. Quando gli si chiede di riassumere, sintetizza spiegando di battersi per “l’armonia degli essere umani fra loro e con la natura”.
Il sondaggio ifop del 1° aprile lo dà al 15% delle intenzioni di voto.
Fabien Roussel
Fabien Roussel, 52 anni, è il candidato del Partito comunista francese: è stato a lungo giornalista, per poi dedicarsi a tempo pieno all’attività politica. Dal 2017 è deputato all’Assemblea nazionale e dal 2018 viene eletto a capo del Partito comunista che, contrariamente al suo predecessore, smarca completamente da La France Insoumise, con la quale aveva partecipato alle presidenziali del 2017. Fra le misure proposte dal suo
programma: la settimana lavorativa di 32 ore, il pensionamento a 60 anni e l’aumento del salario minimo.
Il sondaggio ifop del 1° aprile lo dà al 3,5% delle intenzioni di voto.
Sinistra moderata – socialdemocrazia
La candidata del Partito socialista è Anne Hidalgo, 62 anni: già funzionaria dell’ispettorato del lavoro, figlia di immigrati spagnoli, è diventata sindaca di Parigi nel 2014. Il suo programma si base in larga parte sul risanamento del mercato del lavoro, sull’ecologia, sulla giustizia sociale e sul rafforzamento della sanità pubblica. È la prima volta che si presenta alle elezioni presidenziali.
Il sondaggio ifop del 1° aprile la dà al 1,5% delle intenzioni di voto.
Ecologisti
Yannick Jadot, 54 anni, è il candidato dei Verdi (Europe Ecologie-Les Verts). Ha lavorato per l’ONG Greenpeace e nel 1999 entra nel partito ecologista. Dal 2008 si consacra completamente all’attività politica e viene eletto europarlamentare nel 2009. Si sarebbe dovuto candidare anche nel 2017, salvo rinunciare per rafforzare la posizione del candidato comune, il socialista Benoît Hamon (che ottiene tuttavia solo il 6,4% dei voti, il risultato più basso nella storia del PS). Il suo è un programma ecologista, incentrato in larga parte sulla lotta al cambiamento climatico, ma anche molto europeista, basato su 120 proposte
Il sondaggio ifop del 1° aprile lo dà al 4,5% delle intenzioni di voto.
Centro
Il candidato centrista è il presidente uscente Emmanuel Macron: 44 anni, rappresentante de La République en marche, che lui stesso ha fondato nel 2016, è stato dapprima consigliere e poi ministro sotto la presidenza socialista di François Hollande. È stato eletto nel 2017 con la promessa di rinnovare la vita politica francese e porre fine alla dicotomia destra-sinistra. Tra le varie cose, vuole innalzare l’età pensionabile a 65 anni e istituire una pensione minima di 1'100 euro al mese, continuare con la riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione e portare il budget della difesa a 50 miliardi di euro all’anno a partire dal 2025.
Il sondaggio ifop del 1° aprile lo dà al 28% delle intenzioni di voto.
Destra
Valérie Pécresse, 54 anni, è la candidata de Les Républicains (LR): inizia la sua carriera politica nel 1998 come consigliera dell’allora presidente Jacques Chirac. Eletta deputata per l’UMP nel 2002, occupa diverse funzioni ministeriali durante la presidenza di Nicolas Sarkozy, per poi diventare, nel 2015, presidente della regione Ile-de-France. La sua è una linea politica spostata piuttosto a destra, che sottolinea molto i temi della sicurezza, della giustizia e dell’immigrazione. Propone anche misure contro il deterioramento del potere d’acquisto e anche lei ritiene necessario innalzare a 65 anni l’età pensionabile.
Il sondaggio ifop del 1° aprile la dà al 9,5% delle intenzioni di voto.
Estrema destra
Marine Le Pen, 53 anni, è la candidata del Rassemblement national (RN): figlia del fondatore del Front National Jean-Marie Le Pen, gli è succeduta alla testa del partito nel 2011. Ha lavorato a lungo per “normalizzare” (i media francesi hanno usato la parola “dédiaboliser”, ndr) il partito, al quale ha cambiato nome nel 2018. È stata europarlamentare e consigliera municipale e attualmente è deputata all’Assemblea nazionale e consigliera regionale. Nel 2012 è arrivata terza con il 17,9% dei voti, mentre nel 2017 si è piazzata seconda con il 21,3 % delle preferenze, accedendo così al secondo turno contro Emmanuel Macron. Il suo programma si articola attraverso poco meno di 20 temi, fra i quali figurano anche la sicurezza, l’immigrazione, la famiglia e il potere d’acquisto.
Il sondaggio ifop del 1° aprile la dà al 21,5% delle intenzioni di voto.
Eric Zemmour
Giornalista e saggista,
Eric Zemmour, è il candidato di Reconquêt (Riconquista, ndr.), il partito da lui stesso fondato. Volto noto della tv francese, avvezzo alla polemica, ha espresso posizioni radicali nel corso degli anni, soprattutto nei confronti dell’Islam. Posizioni per le quali è anche stato condannato penalmente. È la prima volta che partecipa a un’elezione; il suo discorso politico si era inizialmente focalizzato sulla difesa dell’identità francese e della civiltà giudaico-cristiana, ma negli ultimi tempi ha fatto anche proposte per evitare l’erosione del potere d’acquisto.
Propone inoltre l’azzeramento dell’immigrazione.
Il sondaggio ifop del 1° aprile lo dà all'11% delle intenzioni di voto.
Nicolas Dupont-Aignan
Nicolas Dupont-Aignan, 61 anni, è il candidato di Debout la France (La Francia in piedi, ndr.): una carriera da alto funzionario, ha militato a lungo nelle file della destra classica, prima di fondare nel 2007 il suo movimento. Si dice “gaullista” e
difende una linea politica sovranista ed euroscettica. È stato sindaco di Yerres (Essonne) e deputato all’Assemblea nazionale. È alla sua terza campagna presidenziale: nel 2012 ha ricevuto l’1,79% dei voti, mentre nel 2017 il 4,7% dei suffragi. Cinque anni fa, aveva appoggiato Marine Le Pen al secondo turno, in cambio della nomina a primo ministro se fosse stata eletta; dopo le presidenziali ha tuttavia rotto l’alleanza con RN.
Il sondaggio ifop del 1° aprile lo dà al 2% delle intenzioni di voto.
Altri
Jean Lassalle, 66 anni, è il candidato di Résistons (resistiamo, ndr.) Figlio di pastori, a 21 anni diventa sindaco di Lourdios-Ichère (Pirenei Atlantici). Nel 2002 diventa deputato. È stato a lungo vicino all’esponente centrista François Bayrou, per poi creare il proprio partito nel 2016. Nel 2017 ottenne l’1,21% dei voti
Il sondaggio ifop del 1° aprile lo dà al 2% delle intenzioni di voto.
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