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Pro Palestina, ancora arresti nei campus USA

Non si fermano le proteste nelle università americane - Al Faro l’opinione del sociologo Sandro Cattacin

  • 27 aprile, 22:56
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Universitari contro Israele, continuano le proteste

Telegiornale 27.04.2024, 20:00

Di: AFP/TG/RSI Info 

Diverse decine di manifestanti pro palestinesi sono stati arrestati sabato per “intrusione” in un campus dell’Arizona. Questo episodio si aggiunge al movimento studentesco che si sta diffondendo in tutti gli Stati Uniti.

Le forze dell’ordine dell’Arizona State University (ASU) hanno “arrestato 69 persone dopo l’installazione di un accampamento non autorizzato”, ha dichiarato l’ateneo in un comunicato, accusando “la maggior parte dei manifestanti di non essere studenti o personale dell’ASU”. Queste persone saranno “perseguite per intrusione illegale”.

Dall’altra parte degli Stati Uniti, a Boston, la Northeastern University ha annunciato su X che “circa 100 persone sono state trattenute dalla polizia; gli studenti che hanno presentato le tessere della Northeastern sono stati rilasciati. Chi si è rifiutato è stato arrestato”.

Del tema dei campus americani occupati, delle violenze e dei rigurgiti antisemiti si è parlato sabato sera al Faro del TG. La guerra condotta da Israele a Gaza sta infiammando e dividendo le università. Secondo Sandro Cattacin, professore di sociologia all’Università di Ginevra, “si tratta di una gioventù molto arrabbiata. Tutto è iniziato già 5-6 anni fa con le lotte per il #MeToo, seguito da Black Lives Matter. L’impressione dei giovani è che alla fine le cose non avanzano. Potremmo continuare aggiungendo le questioni climatiche. C’è una gioventù estremamente frustrata che ora, in più, si è trovata in un continuum di guerre incomprensibili. Anche dal punto di vista della brutalità e non solo per i giovani, ma per gran parte della popolazione. La rabbia deriva anche dal fatto di non essere ascoltati”.

La rettrice della Columbia University a New York ha deciso che le lezioni si terranno solo online. “Le reazioni da parte di chi dirige le università in questo momento sono difficili da prevedere. Oggi - ha detto il sociologo - si osserva chi cerca di mantenere un equilibrio e un contatto con i giovani, e chi invece ha delle reazioni molto forti come l’interruzione dell’insegnamento in presenza”. Quanto al limite al dissenso, secondo Cattacin, “non esiste fin che non è violenza. Certamente le parole vanno soppesate. Parlerei del rivivere di un atteggiamento contro Israele più che di un antisemitismo”.

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Il Faro: Lezioni di protesta

Telegiornale 27.04.2024, 20:00

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