"Se non fossi disposto a una denuclearizzazione" della Penisola coreana "non sarei qui": lo ha detto Kim Jong-un rispondendo ai giornalisti durante una pausa del secondo giorno di lavori al vertice di Hanoi con Donald Trump, che si concluso attorno alle 13.30 locali, quando i due convogli hanno lasciato il luogo del faccia a faccia.
"È la miglior risposta che si potesse attendere", ha affermato dal canto suo il presidente statunitense, che ha previsto una conferenza stampa alle 14.00 locali, le 08.00 in Svizzera, a conclusione del summit. Nessun accenno, però, ai dettagli (e alla contropartita) della eventuale rinuncia di Pyongyang all'atomica. D'altra parte, già prima di recarsi in Vietnam, Trump aveva affermato di non avere fretta a condizione che il regime nordcoreano continui, come fa da un anno, ad astenersi dal compiere test nucleari e missilistici. Oltre alla denuclearizzazione, fra i possibili temi della prevista dichiarazione finale è stata citata anche la fine ufficiale della guerra di Corea (formalmente ancora in corso, si firmò solo un armistizio)
Kim, inoltre, ha anche evocato la possibilità che Washington apra, se non un'ambasciata, perlomeno un ufficio di collegamento a Pyongyang. Non ha risposto invece alle domande riguardanti il rispetto dei diritti umani.