Almeno 500 manifestanti, scesi in piazza per contestare le elezioni presidenziali in corso, sono stati arrestati domenica in Kazakistan. Hanno scandito slogan per il boicottaggio in quelle che sono state definite le manifestazioni di protesta più importanti che questa ex repubblica sovietica ha visto negli ultimi tre anni.
Le presidenziali - che seguono di tre mesi le dimissioni a sorpresa del 78enne Nursultan Nazarbayev, ininterrottamente capo dello Stato dal 1989 - sono considerate dall'opposizione una pura formalità. È infatti data ormai quasi per scontata l’elezione del suo successore designato (scelto personalmente da Nazarbayev), il diplomatico 66enne Kassym Jomart-Tokayev, che da marzo ricopre la carica di presidente ad interim. Secondo gli exit poll, avrebbe raccolto circa il 70% dei voti.
Al momento del presunto ritiro, Nazarbayev disse di voler "aprire la strada a una generazione di nuovi leader". Contro il suo protetto erano in lizza ben sei candidati, di cui uno, Amirzhan Kassanov, è un attivista dell'opposizione.
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