Tutti e quattro i terroristi responsabili dell’attentato di venerdì sera alla Crocus City Hall, alla periferia di Mosca, sono stati arrestati e ci sono indicazioni che stessero cercando di entrare in Ucraina. Lo ha confermato Vladimir Putin, che rivolgendosi alla nazione il giorno dopo la strage - il cui bilancio provvisorio è di 133 morti e oltre 100 feriti, molti dei quali in condizioni critiche - ha promesso che “identificheremo tutti coloro che sono dietro a questo atto terroristico e pagheranno per questo”.
Dai risultati parziali dell’inchiesta è emerso che dalla parte ucraina del confine era stata creata “una finestra” per permettere ai quattro attentatori di attraversare la frontiera, ha precisato, senza mai citare la rivendicazione diffusa da terroristi islamici.
Il presidente russo ha inoltre dichiarato il 24 marzo (questa domenica) giornata di lutto nazionale e comunicato che ulteriori misure antiterrorismo sono state introdotte a Mosca e in tutta la regione.
Gli arrestati sono tutti cittadini stranieri, ha fatto sapere il Ministero dell’interno.
RG 12.30 del 23.03.2024 La posizione ucraina nel servizio di Pierre Ograbek
RSI Info 23.03.2024, 13:25
Lo Stato islamico ribadisce la sua rivendicazione
L’attacco è stato rivendicato su Telegram dall’ISIS-K, sedicente branca dell’autoproclamato Stato islamico, attiva in Iran, Pakistan, Afghanistan e nella repubblica ex sovietica del Tagikistan. Una rivendicazione giudicata credibile dall’intelligence statunitense e ripetuta dallo Stato islamico sabato pomeriggio, ancora attraverso il servizio di messaggeria: vi si ribadisce che quattro miliziani dell’IS - di cui vengono presentate le foto - hanno perpetrato l’attacco con fucili d’assalto, pistole, coltelli e bombe incendiarie, una vendetta “contro i Paesi che combattono l’Islam”.
Tanto Kiev quanto i miliziani russi filo-ucraini, responsabili di diverse brevi incursioni nelle regioni russe di frontiera nelle ultime settimane, avevano invece subito proclamato la loro estraneità ai fatti.
RG 12.30 del 23.03.2024 La corrispondenza da Mosca di Giuseppe D’Amato
RSI Info 23.03.2024, 13:25