L’intesa tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan è più forte dopo il terzo incontro, lunedì, tra i due capi di Stato in un mese. La visita dell’uomo forte del Cremlino è stata chiesta dallo stesso Erdogan, nell’ottica d’una sinergia ogni giorno più forte sul piano energetico-commerciale. In Turchia la Russia contribuirà nel costruire la prima centrale atomica locale ad Akkuyu, sul Mediterraneo, gettando (nel contempo) le basi per il Congresso nazionale siriano che sarà al centro dei colloqui con l'Iran ad Astana nei prossimi giorni.
La resistenza turca riguarda la presenza dei curdi al tavolo dei negoziati: imperativo strategico che al momento, digerita da Erdogan la permanenza di Assad al potere, segna la distanza maggiore tra Ankara e Mosca. L’intesa tra i due Stati è forte anche su Gerusalemme, poiché ritengono la scelta di Trump "destabilizzante" e per Putin "non aiuterà a risolvere la situazione, ma causerà conflitti". Il presidente turco ha tuonato che "gli Stati Uniti sono diventati un partner negli spargimenti di sangue" di Israele.
ATS/Reuters/EnCa