Joe Biden non ha ancora annunciato ufficialmente la sua ricandidatura alla Casa Bianca, ma già due democratici gli hanno lanciato il guanto di sfida Un mese fa è toccato alla scrittrice New Age Marianne Williamson. E ieri è stata la volta del rampollo di una delle dinastie politiche più famose della storia americana: Robert Kennedy Junior. Si tratta del "quarto Kennedy" a correre per la Casa Bianca, anche se il suo profilo solleva più di un interrogativo.
"Annuncio oggi la mia candidatura alla nomination democratica per la Presidenza degli Stati Uniti". Lui è newyorkese, ma ha scelto Boston per lo storico annuncio, ammiccando ai luoghi cari della famiglia. Robert Kennedy Jr riprende così il filo di una storia di ambizione e potere, dramma e speranza.
69 anni, avvocato ambientalista, Robert Jr è terzo figlio di Bob. Il sogno è quello per cui si era battuto il padre nel 1968. L’obiettivo è quello raggiunto dallo zio John nel ‘60, l’audacia quella dello zio Ted che sfidò Jimmy Carter nel 1980 e come allora un democratico Kennedy sfida un presidente democratico uscente. Una chimera, quasi un’illusione. "Questa mancanza di speranza nella campagna permette di dire la verità agli americani", afferma.
Il neo-candidato però è ai margini della famiglia. Il suo impegno civico è assai controverso: da tempo, per esempio, Kennedy Jr ha sposato le tesi sanitarie più complottiste battendosi contro i vaccini. Due anni fa era stato anche in Svizzera a fianco di chi si opponeva alle misure anti-Covid imposte dal Governo. E l’eredità pandemica caratterizza la sua candidatura. "La mia missione durante la mia campagna, e poi la presidenza, sarà quella di mettere fine al legame corrotto tra i poteri dello stato e del grandi imprese che ci minaccia oggi", dice.
Oltre le disparità, da combattere sono i lockdown, i media, il Governo federale. Non proprio temi dell’agenda democratica, Kennedy Jr pare più che altro un candidato di disturbo per Joe Biden. Secondo alcuni media sarebbe stato spinto dall’ideologo trumpiano Steve Bannon per una strategia del caos tra i democratici. Non proprio la parabola del mito kennediano che ci si sarebbe aspettati.