Le accuse sono pesantissime: peculato, estorsione, truffa aggravata, autoriciclaggio. E' con queste contestazioni che un imprenditore molisano è stato arrestato in Vaticano.
La decisione è arrivata dopo un lungo interrogatorio al quale sarebbero state sottoposte, secondo quanto trapela da fonti giudiziarie, anche altre persone. L'imprenditore, detenuto ora nella caserma della Gendarmeria, rischia, se le accuse verranno provate, fino a dodici anni di reclusione.
La vicenda riguarda la compravendita dell'immobile di Londra che ha scatenato uno dei più grandi scandali finanziari in Vaticano. Dall'interrogatorio emerge anche la rete di società coinvolte nell'affare alla quale partecipavano funzionari della Segreteria di Stato.
L'inchiesta avrebbe subito un'accelerazione grazie a un aiuto dalla Svizzera. L'Ufficio federale di Giustizia ha inviato alla Santa Sede, con una nota diplomatica del 30 aprile scorso, una "prima parte" dei documenti richiesti dal Vaticano, che si è rivolto a Berna per avere assistenza, come riportato da alcuni media, tra cui la Neue Zürcher Zeitung.
Per lo stesso scandalo già erano stati presi differenti provvedimenti in Vaticano nei confronti di altre persone. Si era trattato però di allontanamenti dalle loro funzioni.