Le piazze brasiliane si sono riempite venerdì di cittadini che hanno aderito al primo sciopero nazionale contro il presidente Jair Bolsonaro. I manifestanti hanno protestato in difesa, tra l'altro di scuole, trasporti e pensioni, minacciate, a loro dire, dalle politiche neoliberiste di Bolsonaro.
Secondo i primi bilanci dei media locali sono state registrate interruzioni dei servizi e manifestazioni in 22 Stati del Paese (su 26), più il distretto federale, dove si trova la capitale Brasilia. A Rio de Janeiro la polizia è intervenuta con i lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
Fino ad ora Bolsonaro non ha rinunciato a perseguire la sua linea politica incentrata sui valori dell'ultra destra. Solo ieri il presidente ha attaccato la decisione del Supremo tribunale federale (Stf) brasiliano di considerare l'omofobia come un reato equivalente al razzismo. "È completamente sbagliata", ha detto.
Giovedì il Governo di Bolsonaro è stato denunciato davanti al relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, in seguito ad un decreto presidenziale che ha allontanato gli esperti incaricati di ispezionare carceri e ospedali psichiatrici per prevenire il maltrattamento di pazienti e detenuti.
Scontri in Brasile, sciopero generale contro il Governo
Telegiornale 15.06.2019, 14:30
ATS/M. Ang.