È stato revocato venerdì lo stato d’emergenza in Serbia, instaurato a causa delle inondazioni che finora hanno provocato almeno 33 morti nel paese, e più di 50 in tutte le regioni colpite.
La decisione è stata presa grazie al lieve miglioramento della situazione: l’acqua si sta lentamente ritirando e le decine di migliaia di sfollati iniziano a tornare nelle loro case, dove questo è ancora possibile.
Anche il livello dei grandi fiumi si sta abbassando, e le due centrali idrotermiche di Obrenovac, sulla Sava, e Kostolac, sul Danubio, sono in sicurezza.
L’11 giugno il premier Aleksandar Vucic si recherà a Berlino per incontrare la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha promesso l’aiuto della Germania.
Aiuti elvetici
Intanto, dopo aver sbloccato mezzo milione di franchi, la Svizzera ha inviato nei Balcani anche apparecchiature per garantire l’approvvigionamento di acqua potabile a 10'000 persone.
Gli otto esperti del Corpo svizzero di aiuto in caso di catastrofe che già si trovano nelle zone sinistrate, cinque in Bosnia e tre in Serbia, saranno raggiunti domenica da altri colleghi.
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