I mercati sono spaventati dal fallimento della statunitense Silicon Valley Bank (SVB), una banca californiana vicina al settore tecnologico. I timori sono rafforzati dalla messa in liquidazione di un altro istituto statunitense, Silvergate Bank, società legata alle criptovalute.
Nel frattempo, la filiale britannica di SVB è stata venduta al gigante bancario britannico HSBC per 1 sterlina, secondo le dichiarazioni del Tesoro britannico e di HSBC stessa di lunedì mattina.
RG 12.30 del 13.03.2023 - Il servizio da Londra di Giancarlo Ciccone
RSI Info 13.03.2023, 12:52
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“I clienti di SVB UK potranno così accedere ai loro depositi e servizi bancari normalmente a partire da oggi", ha dichiarato il Tesoro. Al 10 marzo, Svb Uk deteneva prestiti per circa 5,5 miliardi di sterline e depositi per circa 6,7 miliardi di sterline, secondo HSBC, che ha dichiarato che "le attività e le passività delle società madri di SVB UK sono escluse dalla transazione".
Le autorità finanziarie britanniche hanno agito con urgenza per tutto il fine settimana dopo l'annuncio del fallimento di SVB per rassicurare i mercati e cercare di limitare i danni al settore tecnologico per il quale questo fallimento rappresenta un "serio rischio", ha ammesso il ministro delle Finanze Jeremy Hunt.
Quello inglese non è però l'unico governo a essere intervenuto in questa vicenda, nella notte anche le autorità statunitensi si sono mosse, come spiegato all’RG dal giornalista della redazione economica della RSI Johnny Canonica:
“A muoversi sono state la Federal Reserve (la banca centrale americana), l’Agenzia dei depositi e il Dipartimento del tesoro. Poco prima della nostra mezzanotte, hanno comunicato che i depositi delle due banche finite nella bufera, la SVB e la Silver Gate Bank, sarebbero stati garantiti dalla mano pubblica, anche quelli superiori a 250'000 dollari: la somma massima protetta dalla legge. Questo, tuttavia, non rappresenta un salvataggio delle due banche da parte dello Stato, ma unicamente il salvataggio degli averi della clientela”.
La preoccupazione di questi giorni è giustificata?
“Sì e no. Sì, perché con il fallimento della banca di investimento statunitense Lehman Brothers nel 2008 si è visto come l’insolvenza di un singolo istituto possa mettere in crisi l’intero settore a livello mondiale. No, invece perché le due banche di cui si sta parlando non sono assolutamente paragonabili a Lehman Brothers per importanza, quest’ultima era infatti un gigante a livello planetario. Ciò non toglie che il nervosismo è alto: basti vedere come stanno andando i principali listini borsistici questa mattina, tutti in netto calo, in particolare per quanto riguarda i titoli finanziari”.
Cos'altro si può fare per gettare acqua sul fuoco?
“Il pallino è nelle mani delle banche centrali. Questa mattina l’agenzia Bloomberg ha scritto che gli economisti di Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’investimento al mondo, ritengono che la Federal Reserve bloccherà temporaneamente il rialzo dei tassi. Visto che la crisi di Silicon Valley e Silvergate Bank è stata generata dall’aumento dei tassi d’interesse, la Fed potrebbe scegliere momentaneamente il male minore: ovvero un allentamento sul fronte della lotta all’inflazione, piuttosto che una nuova crisi finanziaria globale”.
Borsa svizzera ai minimi 2023
La giornata è di quelle di passione per i mercati finanziari. I fatti di SVB e Silvergate stanno mettendo sotto pressione i titoli tecnologici e finanziari. In Svizzera Credit Suisse perde circa il 4%, con l'azione che ha segnato un nuovo minimo di sempre a 2,46 franchi, aggiornando il primato negativo del 2 marzo scorso. In analogo calo è anche UBS. L'SMI, l'indice principale della borsa elvetica, perde l'1,32% dopo la prime due ore di contrattazioni. Il listino ha segnato nella prima ora un punto più basso a 10'775,65 punti: si tratta del livello più contenuto del 2023. In pratica sono stati azzerati tutti i guadagni di quest'anno. L'SMI aveva raggiunto il suo massimo dell'anno a 11'453,64 punti lo scorso 17 gennaio. Il punto più alto di sempre era stato toccato nel primo giorno di negoziazione del 2022, il 3 gennaio: 12'997,15 punti; da allora si sono però succeduti incisivi ribassi.