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"Shutdown" negli Stati Uniti

Nessun accordo sul finanziamento dell'amministrazione federale e blocco delle attività non indispensabili

  • 20 gennaio 2018, 07:44
  • 23 novembre, 02:52
Il Congresso degli Stati Uniti

Il Congresso degli Stati Uniti

  • Keystone

Il Senato degli Stati Uniti, a debole maggioranza repubblicana, non ha approvato la legge di rifinanziamento generando così lo "shutdown", il blocco delle attività non indispensabili dell'amministrazione federale per mancanza di fondi, che produrrà i suoi maggiori effetti da lunedì quando 850'000 funzionari si ritroveranno in disoccupazione tecnica e senza paga a tempo indeterminato. Il voto si è concluso con 50 contrari e 49 favorevoli. Per superare lo scoglio ne servivano 60. Il provvedimento cade nel giorno in cui il presidente Trump compie il primo anno alla guida degli Stati Uniti.

Per l'approvazione del testo, in particolare, i democratici chiedevano la conferma delle tutele per i dreamers, i giovani immigrati portati nel paese da piccoli dai genitori clandestini.

I democratici vengono additati da un comunicato della Casa Bianca come responsabili della situazione di blocco per aver fatto passare "gli immigrati illegali davanti ai militari", che continueranno a lavorare non pagati, mentre loro stessi ritengono che la colpa ricada su Donald Trump, che settimana scorsa aveva rifiutato una proposta bipartisan per uscire dall'impasse malgrado svariati incontri dai quali sembrava ci fosse uno spiraglio per evitare il blocco. Le trattative proseguiranno, l'opposizione non intende però approvare un'intesa che non contempli la regolarizzazione di 690'000 cosiddetti "dreamers". Gli USA non sono nuovi a questo genere di situazione: lo shutdown si era già verificato nel 2013 con Barack Obama.

ATS/OrtellRo/sf/Swing/Notiziario 6.00

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