Al Congresso statunitense, dopo il Senato, anche la Camera (254 voti a 175) ha approvato la misura che evita lo shutdown del Governo federale (il blocco dei servizi dell’amministrazione federale), garantendo fondi fino ai primi di dicembre. Il provvedimento approda ora sulla scrivania dello Studio Ovale per la firma del presidente USA Joe Biden.
Il Congresso, dunque, ha evitato una paralisi dei servizi federali giovedì in extremis, ma molti altri fronti minacciano ancora la presidenza Biden, che sta cercando di radunare le truppe democratiche, impantanate in una guerra fratricida sui suoi vasti progetti di investimento e di riforma.
Il rischio di un default
Ora che la minaccia di una paralisi dei servizi è stata evitata, i parlamentari devono concentrarsi su una grande minaccia finanziaria: il rischio che gli Stati Uniti non siano in grado di onorare i pagamenti a partire dal 18 ottobre se il limite all'indebitamento del Paese non sarà aumentato o sospeso per allora. Un default della prima potenza mondiale, senza precedenti, provocherebbe un cataclisma finanziario globale, ma, anche se sono consapevoli del pericolo, i Democratici di Biden e i loro avversari Repubblicani non sono in grado di mettersi d'accordo su come evitarlo.
Un Congresso profondamente diviso
In un Congresso profondamente diviso, la questione è diventata politica, poiché l'opposizione di destra ha collegato il debito allo storico piano di Joe Biden di spendere 3'500 miliardi di dollari per riformare profondamente il tessuto sociale degli Stati Uniti e investire massicciamente nella lotta contro il cambiamento climatico. Una follia esorbitante, denunciano i Repubblicani, che quindi rifiutano assolutamente di partecipare in qualsiasi modo a qualsiasi misura volta ad aumentare il tetto del debito. Esortano i Democratici a usare una manovra parlamentare che permetterebbe loro di approvarlo con la loro stretta maggioranza. È troppo "rischioso", dicono i leader Dem, perché richiede troppo tempo quando i legislatori hanno meno di tre settimane per evitare un default sovrano.
I Dem: "Biden in carica da gennaio, i debiti sono di Trump"
I Democratici replicano che solo una piccola parte di questo debito è stata accumulata sotto Biden, che è entrato in carica a gennaio. Si tratta infatti di pagare le "carte di credito" di Donald Trump e dei presidenti precedenti, insistono i Dem. E chiedono quindi ai repubblicani di collaborare. Per il momento, non c'è una via d'uscita evidente.
Notiziario delle 6.00 del 30.09.21: la corrispondenza di Andrea Vosti
RSI Info 30.09.2021, 09:07
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