Si aggrava il bilancio del sisma in Giappone

Il forte terremoto che ha scosso il Giappone centrale il 1° gennaio scorso, ha provocato, secondo un nuovo bilancio diffuso oggi, lunedì, quasi 170 morti. Oltre 2’000 persone sono isolate mentre una forte nevicata sta ostacolando le operazioni di soccorso. I feriti sono quasi 600.

A una settimana dal terremoto di magnitudo 7,5, che ha provocato anche 560 feriti, 323 persone risultano ancora disperse, secondo il nuovo conteggio annunciato oggi dalla prefettura di Ishikawa, la più colpita dal disastro. Il terremoto, seguito da centinaia di scosse di assestamento, ha causato migliaia di frane, crolli di edifici, dissesti alle vie di comunicazione e diversi incendi.

Il sisma, avvertito anche a Tokyo, a oltre 300 km di distanza dall’epicentro, aveva anche scatenato uno tsunami con onde alte oltre un metro sulla costa della penisola di Noto, una stretta striscia di terra lunga un centinaio di chilometri che si estende nel Mar del Giappone.

Migliaia di soccorritori provenienti da tutto il Giappone sono ancora alla ricerca di corpi tra le macerie e oggi, sono confrontati anche con una copiosa nevicata sulla penisola di Noto con, in alcuni punti, oltre 10 cm di neve fresca e temperature piuttosto basse. Le condizioni meteo potrebbero portare, avvertono le autorità, a nuovi crolli e problemi sulle strade.

“Fornire alle persone l’aiuto umanitario minimo di cui hanno bisogno per sopravvivere è una sfida”, ha spiegato Hisayoshi Kondo, capo di una squadra di assistenza medica inviata nella zona, al canale televisivo Asahi, aggiungendo che “nelle aree isolate, le forniture di cibo e acqua sono ancora insufficienti”. Secondo il sindaco della città di Wajima, dove molti edifici sono stati devastati dal fuoco dopo il terremoto, la situazione sanitaria nei rifugi, dove sono stati portati i sopravvissuti “è critica” e si cominciano a individuare casi di virus influenzali tra gli ospiti, comrpeso il Covid-19.