"Umiliata, mentalmente danneggiata ed emotivamente devastata". La soprano russa Anna Netrebko ha fatto causa al Metropolitan Opera House di New York che l'anno scorso, un mese dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, l'ha cacciata.
La cantante lirica ora chiede 360'000 dollari di danni al prestigioso teatro e al suo direttore Peter Gelb accusandoli di diffamazione, violazione del contratto e discriminazione oltre che di danni emotivi come "ansia, stress, depressione e angoscia". Non solo, l'artista 51enne sostiene che dopo le sue dichiarazioni pro-Kiev, arrivate in seguito alla pressioni del Met, la sua famiglia in Russia sia stata minacciata, lei boicottata da tutti i teatri in patria e attaccata sui social media.
Netrebko, che ha anche la cittadinanza austriaca, ha sostenuto a varie riprese il leader del Cremlino: nel 2014 ha donato denaro a un teatro nella città di Donetsk, controllata dai ribelli, nell'Ucraina orientale, ed è stata fotografata con in mano una bandiera dei ribelli filorussi.