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Situazione sempre più difficile per l’Ucraina

Gli attacchi russi si sono intensificati nelle ultime settimane - Aiuti militari USA ancora bloccati - WP parla di un presunto piano di Trump: prevede di cedere Crimea e parte del Donbass a Mosca

  • 8 aprile, 05:39
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Situazione sempre più difficile per le forze di Kiev - Servizio di Stefano Grazioli, SEIDISERA del 07.04.2024

RSI Info 07.04.2024, 20:25

Di: Stefano Grazioli 

Sul terreno in Ucraina la situazione si fa sempre più difficile per le forze di Kiev, con gli aiuti occidentali che tardano ad arrivare. Negli Stati Uniti sono ancora bloccati 61 miliardi di dollari a causa degli screzi interni tra i democratici del presidente Jo Biden e i repubblicani del suo futuro sfidante alla Casa Bianca Donald Trump. Il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto con urgenza nuovi sistemi di difesa antiaerea per far fronte agli attacchi russi dal cielo che nelle ultime settimane si sono notevolmente intensificati. Kiev riesce a rispondere solo con i droni, che da un lato riescono a colpire in profondità in territorio russo, come la scorsa settimana quando è stata centrata una raffineria in Tatarstan, a est di Mosca, e dall’altro sono gli strumenti preferiti anche a distanza ravvicinata, sulla linea del fronte.

Esplosioni a Zaporizha

Proprio domenica scorsa Mosca ha denunciato un attacco con velivoli senza pilota nella zona della centrale atomica, occupata dal marzo 2022, e una detonazione sarebbe avvenuta vicina a uno dei reattori. Non ci sarebbero state comunque conseguenze. Il sito di Zaporizha, il più grande in Europa con i suoi sei reattori, che non sono comunque operativi, si trova sulla sponda sinistra del fiume Dnipro, sotto controllo russo, mentre sulla destra sono posizionate le forze ucraine. Sin dall’inizio del conflitto è stata più volte al centro delle reciproche accuse tra Mosca e Kiev, che si sono scambiate la responsabilità di vari attacchi. L’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica è presente con un team nella centrale che monitora costantemente quello che accade dentro e fuori gli impianti. Fino ad oggi in tentativi di creare una zona di sicurezza sono falliti.

Chasiv Yar nel mirino

Le truppe del Cremlino stanno continuando l’avanzata nel Donbass, seppur a piccoli passi e con gravi perdite, e se sono riuscite a conquistare in inverno un centro importante come Avdiivka, ora tentano un’ulteriore progressione in vari punti della lunga linea del fronte, spingendo soprattutto a sud di Kharkiv e a ovest di Donetsk. Una delle città nel mirino russo è Chasiv Yar, dove dopo la caduta di Bakhmut lo scorso anno si è rafforzata la prima linea di difesa ucraina. A Kiev si teme una forte offensiva russa probabilmente tra maggio e giugno, come confermato per ultimo dal capo dell’intelligence militare Kirilo Budanov. Senza gli aiuti militari dell’Occidente, ancora in ritardo nonostante le richieste pressanti del presidente Zelensky, la situazione rischia di peggiorare rapidamente, anche se un crollo totale di tutte le linee difensive non rientra nel quadro di quella che rimane una guerra di logoramento.

Vertice in Svizzera

Il presidente ucraino ha rilanciato ancora una volta lo scorso fine settimana il vertice sulla pace che si dovrebbe tenere in Svizzera e ha detto che la data precisa si saprà nei prossimi giorni. Il piano di Zelensky è quello di arrivare a colloqui veri e propri di pace con la Russia solo dopo il ritiro delle forze di Mosca dalla Crimea e dal Donbass. La realtà al momento è però un po’ diversa ed è improbabile che ci siano cambiamenti repentini; per questo Mosca ha già dichiarato che una road map di pacificazione che non la coinvolga non ha senso e sarebbe inutile. Il summit in Svizzera, quando si farà, potrebbe comunque servire a trovare un posizione comune tra Kiev e gli alleati, per poi cercare una forma di dialogo con la Russia. Questa almeno la teoria, visto che al momento dal Cremlino non ci sono segnali concreti verso una tregua.

Il piano di Trump

Putin si è detto più volte disposto alle trattative, partendo dallo status quo, cioè dall’occupazione russa, quantomeno parziale, delle regioni di Lugansk, Dontetsk, Zaporizha e Kherson, oltre che della Crimea. Vladimir Putin, con Zelensky al momento è ancora fermo sulle proprie posizioni e non incline a compromessi, sembra voler quindi sfruttare il momento di debolezza ucraina sul campo per conquistare maggior terreno e presentarsi poi, eventualmente, con un vantaggio maggiore in vista dei futuri negoziati. Dagli Stati Uniti è arrivato intanto quello che il Washington Post ha definito il piano segreto di Trump per risolvere il conflitto e che prevederebbe proprio la pressione esterna su Kiev per arrivare a un compromesso con la cessione definitiva alla Russia di Crimea e parte del Donbass.

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