Sono settimane decisive per il diritto all’interruzione di gravidanza negli Stati Uniti. I nove giudici della Corte Suprema hanno iniziato in mattinata il dibattimento per valutare la costituzionalità di una legge approvata nel 2018 dallo stato del Mississippi che vieta l’aborto oltre le 15 settimane, ma che nella sostanza mira a scardinare le fondamenta del diritto all’interruzione di gravidanza. Un diritto ancorato nella storica sentenza Roe contro Wade del 1973.
La decisione della massima istanza giudiziaria degli States non arriverà con molta probabilità prima della primavera 2022, ma i dibattimenti orali iniziati questa mattina a Washington potrebbero già offrire uno spiraglio sull’orientamento della Corte, che sotto la presidenza di Donald Trump è passata a una super-maggioranza conservatrice di sei giudici contro tre.
Il caso dibattuto dalla Corte è chiamato “Dobbs v. Jackson Women’s Health” e vede schierati su fronti opposti il vice-procuratore generale dello stato del Mississippi contro l’unica struttura che in uno degli Stati più poveri e conservatori d’America ancora pratica l’aborto, offrendo i suoi servizi – in un clima sempre più ostile – a circa tremila donne ogni anno.
Seidisera 18.00 dell'01.12.2021 Il reportage di Andrea Vosti
RSI Info 01.12.2021, 19:15
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Fuori dalla clinica di Jackson ogni giorno va in scena una battaglia da marciapiede tra pro-choice e pro-life, tra abortisti e anti-abortisti, con le pazienti – a maggioranza giovani e afroamericane – che devono essere scortate all’interno della struttura da gruppi di volontarie, le Pink House Defenders, mentre gli anti-abortisti le apostrofano come assassine brandendo gigantografie di feti morti.
Derenda Hancock, la fondatrice delle Pink House Defenders, associazione di volontarie che scortano le giovani donne che arrivano alla Women’s Health Clinic di Jackson
Una clinica – quella di Jackson – che è diventata l’ultima simbolica trincea della battaglia per il diritto all’aborto e per l’uguaglianza di genere. Se la Corte Suprema dovesse invalidare la sentenza del 1973, l’interruzione di gravidanza diventerebbe automaticamente illegale in una ventina di Stati repubblicani, che hanno pronte delle leggi – le cosiddette “trigger-laws” – per vietare l’aborto anche in caso di stupro o rischio per la salute della madre.
Un diritto contestato in Mississippi come in altri Stati
Un tema, quello dell’aborto, che negli ultimi anni è diventato sempre più centrale nel dibattito politico ma che non fotografa con accuratezza il pensiero dell’opinione pubblica: secondo un sondaggio di Gallup, l’80% degli americani è infatti a favore – sempre o in determinate condizioni – all’interruzione di gravidanza.