Il Parlamento dello Stato messicano di Guerrero è stato preso d'assalto e dato alle fiamme da una folla inferocita, sull'onda delle proteste che hanno seguito la sparizione di 43 studenti di Iguala, formalmente considerati "desaparecidos" finchè non si potranno identificare i corpi.
Intanto continuano le ricerche: gli esperti dell'Equipe argentina di antropologia forense (EAAF), chiamati dai genitori dei ragazzi, hanno dichiarato che i resti di 24 dei 30 cadaveri, trovati in tre punti diversi nel municipio di Iguala, non sono quelli degli studenti spariti.
La vicenda continua a scuotere il cuore del paese. Anche i vescovi messicani, dopo la dura presa di posizione del Papa, hanno denunciato le stragi compiute dai narcotrafficanti, appoggiati dai politici corrotti. "Basta, non vogliamo più violenza né morti, non vogliamo più desaparecidos né dolore e vergogna", hanno sottolineato.
M.Ang./ATS