Le indagini aperte dopo la morte avvenuta in un centro di raccolta di Ciudad Juarez, metropoli messicana al confine con gli Stati Uniti, di 39 migranti centroamericani e venezuelani, stanno dando i primi risultati. Infatti, le autorità giudiziarie hanno identificato otto persone, fra cui cinque dipendenti di una società privata a cui l'Istituto nazionale delle migrazioni (INM) aveva affidato la sicurezza dell'edificio, come presunti responsabili della tragedia.
Al riguardo la pm specializzata in diritti umani, Sara Irene Herrerias, ha affermato che costoro"non avrebbero fatto nulla per salvare i migranti dalle fiamme" e ora dovranno rispondere del loro operato nell'ambito di un'istruttoria per omicidio e danneggiamento di pubblica proprietà.
La conferma dell'identificazione dei presunti responsabili della disgrazia è giunta dalla ministra messicana per la Sicurezza e la Protezione dei cittadini, Rosa Icela Rodriguez. "Al momento - ha sottolineato in una conferenza stampa - abbiamo localizzato queste otto persone, presumibilmente responsabili dei fatti, che stanno rispondendo alle domande degli inquirenti". Secondo la ministra si tratta di due agenti federali, un agente statale per l'immigrazione e cinque elementi di una non precisata società di sicurezza privata.
Messico, guardie sotto accusa
Telegiornale 29.03.2023, 20:00