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Superbomba contro estremisti

L'ordigno lanciato dagli Stati Uniti in Afghanistan ha provocato la morte di 36 combattenti dell'IS

  • 14 aprile 2017, 11:01
  • 23 novembre, 06:03
Il paesaggio della provincia di Nangarhar

Il paesaggio della provincia di Nangarhar

  • reuters

Sono almeno 36 i combattenti dell’autoproclamato Stato islamico (IS) morti nell’attacco perpetrato giovedì sera dagli Stati Uniti nell’est dell’Afghanistan. Il bilancio è stato fornito dalle autorità locali. Nessun civile è rimasto coinvolto.

La bomba, usata per la prima volta dalle forze a stelle e strisce, ha distrutto una rete di gallerie usata dagli estremisti. L’ordigno, così potente da cancellare tutto nel raggio di centinaia di metri, è stato sganciato da un aereo MC-130 nel distretto di Achin, non lontano dalla frontiera pachistana. Il presidente Donald Trump si è subito felicitato per il successo della missione. Sono molte le operazioni sul terreno portate avanti da Washington con Kabul dall’agosto del 2016. La provincia di Nangarhar, dov’è avvenuta l’operazione, è una roccaforte degli uomini dell’IS, che negli ultimi anni hanno assorbito combattenti talebani.

La notizia della morte di 36 suoi affiliati è stata smentita dall'IS attraverso la sua agenzia di stampa. Il raid statunitense, afferma il sedicente Stato islamico, "non ha fatto nessun vittima".

Reuters/AlesS

Dal TG12.30:

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