Dal prossimo 1° febbraio chi farà acquisti in Italia potrà richiedere il rimborso del tax free, ovvero dell’IVA italiana, già a partire da una spesa di 70 euro contro gli attuali 150. Lo prevede la legge di bilancio, approvata dal Parlamento italiano, che preoccupa i commercianti delle zone di confine, ma anche la Confederazione.
“Settanta euro per la spesa è veramente un limite molto basso per chi come noi agisce nella fascia di confine con la vicina Italia - spiega Davide Rampoldi, presidente della società commercianti del Mendrisiotto -. Un po’ c’è la paura che favorisca ulteriormente questo turismo degli acquisti, che già è ben presente”.
Sul fronte elvetico si sta lavorando a una modifica che tocca il tax free. Fino a metà marzo c’è in consultazione la proposta di abbassare a 150 franchi a persona, invece degli attuali 300, il limite entro il quale non c’è bisogno di pagare l’IVA svizzera.
Un modo per frenare gli acquisti oltre confine, che sembra quasi un botta e risposta fra i due Paesi: “Sembrerebbe così, ma di fatto non lo è, perché la richiesta nasce almeno un paio d’anni fa - racconta Marco Cassina, presidente di Federmoda Como -. È vero che può portare a un aumento delle vendite, però di fatto inizialmente porta a una perdita di introiti dell’IVA in Italia. Il mercato della Svizzera incide su Como tantissimo, ma su tutto il Paese in minima parte”.
Se la soglia minima si abbassa a 70 euro, si allarga la fascia di commercio e prodotti che prima erano esclusi. Per alcuni negozianti italiani il timore è che i turisti spenderanno meno. “Io credo che sia una preoccupazione infondata - spiega Massimo Mastro Marino, sindaco di Lavena Ponte Tresa -. Con il franco forte sono aumentate in questo periodo le transazioni commerciali e del numero dei turisti della spesa che vengono nella fascia di confine. Per i beni di prima necessità il differenziale tra il costo in Italia e, ad esempio, in canton Ticino, è ancora molto elevato, per cui c’è convenienza a venire a fare la spesa. Una famiglia che si muove settimanalmente lo fa per cifre superiori ai 70 euro”.
Sul fronte ticinese non si resta a guardare, perché si sa quanto tempo prendono le decisioni federali. “Dobbiamo cercare noi commercianti delle soluzioni, questa è l’unica cosa che possiamo fare a breve termine - continua Rampoldi -. Cercare nella forza del commercio locale delle strategie per poter fare in modo che i clienti restino legati a noi e non si rechino oltre confine”.
Il tax free italiano dimezza, le reazioni a cavallo del confine
SEIDISERA 08.01.2024, 18:25