Il collegio d'appello della Corte suprema russa ha confermato la sentenza del 20 aprile che ha dichiarato "estremista" l'organizzazione dei Testimoni di Geova imponendole il divieto di attività in Russia e ordinando il sequestro dei beni a favore dello Stato. E’ stato quindi respinto il ricorso in appello del movimento religioso che, per bocca dell'avvocato Viktor Zhenkov, ha annunciato che intende impugnare la sentenza alla Corte europea dei diritti dell'Uomo.
Proibendo l'attività del gruppo cristiano, la Corte ha accolto una richiesta del ministero della Giustizia che lo accusa di "violare la legge per combattere l'estremismo". Gli esperti dell'ONU avevano definito l'iniziativa del Governo "estremamente preoccupante", denunciando una minaccia "alla libertà individuale in generale nella Federazione russa".
Nel mondo i Testimoni di Geova attivi (coloro che svolgono almeno un'ora di predicazione al mese) sono oltre 8 milioni. Derivano dal gruppo di studenti biblici fondata nel 1870 da Charles Taze Russell in Pennsylvania per professare il cristianesimo del I secolo.
Diem/ATS