Kamala Harris ha nominato martedì Tim Walz come suo vice in corsa per la Casa Bianca. Il 60enne, governatore del Minnesota, è un veterano della politica: ha servito al Congresso per 12 anni, prima di essere eletto alla guida del suo Stato per ben due volte. Non è molto noto al di fuori del Midwest, ma secondo Mario Del Pero, esperto di Stati Uniti e professore a Parigi, il candidato “spunta tutte le caselle” agli occhi della maggioranza degli elettori.
Kamala Harris sceglie Waltz
Telegiornale 06.08.2024, 20:00
Un candidato uomo bianco che appartiene all’America rurale che i democratici devono convincere. Perché Walz e non Shapiro, governatore della Pennsylvania che per i democratici deve essere conquistata ad ogni costo?
“Shapiro ha un profilo nazionale più forte, più conosciuto, più articolato e sofisticato. È un grande oratore. È il governatore di uno Stato che i democratici devono assolutamente vincere, la Pennsylvania, per poter sperare di rimanere alla Casa Bianca. Però è anche un uomo che ha preso posizioni pro-Israele, ha criticato gli studenti che manifestavano sulla tragedia umanitaria di Gaza, che era quindi inviso a un piccolo segmento elettorale democratico molto importante: i giovani e non solo. Aveva delle vulnerabilità che forse Walz non ha, fermo restando che tutti i candidati uomini, bianchi, di Stati importanti, che hanno dimostrato in passato di poter vincere anche in Stati o collegi conservatori, come ha fatto Walz quando è stato eletto alla Camera nel 2005 - tutti questi avrebbero potuto completare il ticket democratico, bilanciare la donna nera, birazziale liberale di San Francisco che è Kamala Harris”.
Walz ha un limite, cioè quello di non essere conosciuto al di fuori del Midwest. Questo “anonimato” quanto può pesare?
“Io credo peserà poco. Non dobbiamo sopravvalutare l’importanza del vicepresidente: molti studi hanno mostrato che i candidati vicepresidenti pesano poco anche nell’orientare le scelte degli elettori dei loro stessi Stati. Forse l’ultimo candidato vicepresidente che ebbe un peso su questo fu Lyndon Johnson nel Sessanta, che aiutò Kennedy a vincere il Texas e il Sud. E anche su questo ci sono pareri diversi tra gli storici e gli studiosi. Detto questo, il candidato vicepresidente deve completare il ticket. E nel caso dei democratici, completare il ticket è più complesso, perché significa coprire un bacino elettorale più composito, più eterogeneo, più diverso e diviso e anche potenzialmente litigioso di quello molto più omogeneo, molto più coeso dei repubblicani”.
Dove e quanto invece la scelta di Walz può rivelarsi vincente?
“Walz in una certa misura è un candidato che mette la croce su tutte le caselle: viene dall’America profonda e rurale, ha un passato militare, è un appassionato cacciatore, conosce le armi - però ha preso le distanze dalle lobby dei possessori di arma da fuoco, dalla nota National Rifle Association -, ha promosso politiche molto progressiste e al contempo politiche che piacciono a maggioranze di americani. Dall’aborto al sostegno ai buoni pasto gratuiti nelle scuole pubbliche, dall’abbassamento e all’annullamento delle tasse universitarie per gli studenti di famiglie disagiate o più povere, al controllo delle armi da fuoco su cui anche è intervenuto da governatore. Noi vediamo che l’America, anche quella più conservatrice, in realtà ha posizioni di sostegno ad alcune di queste misure. E poi viene da una tradizione di populismo progressista che ha radici profonde nel Midwest e che a volte dimentichiamo”.
Primo comizio assieme per Harris e Walz
Telegiornale 07.08.2024, 12:30
Kamala Harris ha scelto Tim Walz come vice
SEIDISERA 06.08.2024, 18:21
Contenuto audio