Sono oltre 2 milioni le ragazze afghane cui oggi viene negato l'accesso al sistema educativo in Afghanistan, dopo che i talebani hanno vietato loro la presenza a scuola a partire dalla secondaria. Lo riporta Tolo News. Inoltre, aggiunge il sito della tv afghana, anche oltre il 50% delle bambine non ha accesso all'educazione primaria, pur se non esiste un divieto formale.
"L'Unicef continuerà a sostenere la piena realizzazione dei diritti delle ragazze e delle donne in Afghanistan" e "ribadisce che le donne e le ragazze sono vitali per il futuro dell'Afghanistan", ha dichiarato Salam Al-Janabi dell'Unicef, in occasione della Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze.
E contro i talebani punta il dito anche il segretario generale dell'ONU, Antonio Guteress, sostenendo che il regime dei mullah ha tradito le "promesse" sui diritti delle donne. Un'accusa che giunge dopo i primi colloqui diretti a Doha tra i sedicenti studenti coranici e gli Stati Uniti, a seguito del caotico ritiro da Kabul e alla vigilia del G20 straordinario in videoconferenza sull'Afghanistan presieduto dall'Italia - cui la gran parte dei Paesi parteciperà a livello di capi di Stato e di Governo, mentre la Cina verrà rappresentata dal ministro degli Esteri Wang Yi.
Il vertice di domani, organizzato nell'ambito della Presidenza italiana del G20 su iniziativa del premier Mario Draghi, riunirà in modalità virtuale leader ed esponenti governativi con l'obiettivo di affermare principi condivisi e stabilire le linee d'azione per un impegno comune, sia nel dialogo bilaterale che nei fori internazionali. Tre saranno i temi chiave: il sostegno umanitario, la lotta al terrorismo e la garanzia della libertà di movimento sia all'interno che all'esterno dei confini dell'Afghanistan per tutti i soggetti, dai locali agli operatori stranieri delle ong.
Altra questione al centro dell'agenda sarà "la condizione femminile", già definita da Draghi come "una priorità". La sfida sarà quella di trovare le leve per spingere i mullah a garantire i diritti delle donne, dal pieno ritorno in scuole e luoghi di lavoro al riconoscimento del loro ruolo nella vita politica, mentre oggi sono, appunto, oltre 2 milioni le ragazze cui viene negato l'accesso al sistema educativo.