Tregua Israele-Hamas probabilmente estesa

Israele e Hamas mercoledì 22 novembre hanno concordato un cessate il fuoco a Gaza per almeno quattro giorni. Lo scopo è di far entrare gli aiuti e di rilasciare almeno 50 ostaggi catturati dai militanti in cambio di 150 palestinesi imprigionati da Israele.

Questa prima tregua in una guerra brutale che dura da quasi sette settimane, raggiunta con la mediazione del Qatar, è stata salutata in tutto il mondo come un segnale di un progresso che potrebbe alleviare le sofferenze dei civili di Gaza e riportare a casa altri ostaggi israeliani.

Israele ha detto che il cessate il fuoco potrebbe essere esteso ulteriormente. Una fonte palestinese, citata dalla Reuters, ha affermato che potrebbero essere liberati fino a 100 ostaggi in totale entro la fine del mese. Martedì sera l’ufficio del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che 50 donne e bambini sarebbero stati rilasciati nell’arco di quattro giorni, al ritmo di almeno 10 al giorno. La tregua potrebbe essere estesa di giorno in giorno, a condizione che vengano liberati altri dieci ostaggi al giorno.

Il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato una lista di 300 nomi di prigionieri palestinesi che potrebbero essere liberati: “Il governo israeliano è impegnato a riportare a casa tutti gli ostaggi. Questa sera ha approvato l’accordo proposto come prima tappa per raggiungere questo obiettivo”, si legge nella dichiarazione del governo.

Intanto, però, il conflitto continua a mietere vittime. L’ultima notizia riguarda la Cisgiordania. L’agenzia di stampa Wafa, infatti, ha riferito che un drone israeliano ha colpito una casa uccidendo 5 palestinesi nel campo profughi a Tulkarem. Secondo la stessa fonte, ci sono stati anche 3 feriti, di cui uno è stato arrestato dall’esercito.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che le azioni di Israele contro la Striscia di Gaza, e anche in Cisgiordania, costituiscono “genocidio” e crimini contro l’umanità. “Dobbiamo costringere Israele ad attenersi al diritto internazionale ed essere perseguita per le sue azioni”, ha detto Erdogan ai giornalisti tornando da un viaggio in Algeria, come riporta Anadolu. Il presidente turco ha affermato anche che “tutti, tra cui funzionari stranieri, ci stanno dicendo che il premier (israeliano) Benjamin Netanyahu se ne deve andare”, ed è tornato ad attaccare l’Occidente, accusandolo di “silenzio” sulle sofferenze dei palestinesi. “Le società occidentali, alle prese con l’eredità dell’olocausto, non hanno potuto superare la prova e sono state dalla parte sbagliata della Storia nel conflitto tra Israele e Palestina”, ha sottolineato il leader turco.

Doppia udienza in Vaticano

Diverse autorità internazionali stanno lavorando per portare la pace in Medio Oriente. Fra queste papa Francesco che da sempre segue la linea vaticana dei due Stati. Oggi, prima dell’udienza generale, Francesco ha ricevuto in udienza privata in Vaticano una delegazione di 12 palestinesi che hanno un parente in prigione, in Israele. L’incontro si è svolto alle otto della mattina in una sala adiacente all’Aula Paolo VI ed è durato circa mezz’ora. I palestinesi (musulmani e cristiani) erano accompagnati da padre Gabriel Romanelli, parroco dell’unica chiesa cattolica di Gaza, e da un sacerdote della Chiesa greco-ortodossa. Il Pontefice ha espresso la sua sentita vicinanza e ha condiviso il dolore dei palestinesi.

Prima dei palestinesi, alle 7.30, Francesco ha ricevuto anche 12 israeliani che hanno almeno un parente tenuto in ostaggio a Gaza. L’incontro si è svolto nella casa di Santa Marta ed è durato circa mezz’ora. Il Pontefice ha espresso la sua sentita vicinanza anche a loro, condividendone il dolore per quanto sta avvenendo in Medio Oriente.