Sembra sempre più probabile si sia arrivati a una stretta finale per la firma dell’accordo Israele-Hamas. All’inizio della seduta del governo, di questo martedì sera, il premier israeliano Benymin Netanyahu, il ministro della difesa Yoav Gallant e il ministro Benny Gantz hanno invitato gli altri ministri ad accettare l’accordo sugli ostaggi assicurando che l’accordo non metterebbe in forse gli obiettivi della guerra, la quale proseguirebbe al termine del cessate il fuoco. Netanyahu ha affermato che il governo si trova di fronte a una difficile decisione, ma che è quella giusta. L’intesa sarebbe vicina anche secondo il leader di Hamas Ghazi Hamad, che è stato intervistato dal canale egiziano mbcMasr.
La bozza dovrebbe contenere un cessate il fuoco di 4 giorni, il rilascio di 50 ostaggi israeliani tra donne e bambini e la liberazione di 150 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, soprattutto donne e minori. Lo riferisce Haaretz avvertendo che non si è arrivati ancora alla stesura finale dell’intesa. Israele darebbe poi il via libera all’ingresso di 300 camion al giorno dal valico di Rafah.
Resta al momento incerto se lo Stato ebraico abbia accettato di concedere una pausa giornaliera di 6 ore nella sorveglianza aerea sulla Striscia. Alcuni media aggiungono che i due rilasci avverrebbero a fasi.
La notizia del possibile accordo arriva nelle ore in cui i Paesi del BRICS (Brasile, Russia, India e Cina) si sono ritrovati per un vertice straordinario in videoconferenza dedicato proprio al conflitto israelo-palestinese. I leader presenti nella dichiarazione congiunta finale al vertice hanno dichiarato di opporsi “alla deportazione forzata dei palestinesi”. Insieme, hanno discusso “gli atti di violenza contro i civili palestinesi e israeliani, in particolare i crimini di guerra” ed hanno espresso profonda preoccupazione per la grave situazione umanitaria nel “territorio palestinese occupato”.
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, in particolare, ha chiesto “a tutti i Paesi di fermare le esportazioni di armi verso Israele, e anche l’immediata sospensione delle operazioni militari e l’apertura di corridoi umanitari per aiutare i civili nella Striscia di Gaza”.
Al summit è intervenuto anche il presidente russo Vladimir Putin. Che ha detto come nella Striscia di Gaza è in atto una “catastrofe umanitaria” che desta “profonda preoccupazione”. Putin, citato dalle agenzie russe, ha aggiunto che le pause umanitarie sono necessarie per la liberazione degli ostaggi e l’evacuazione dei civili, ma ha fatto appello alla comunità internazionale per coordinare gli sforzi al fine di arrivare a un cessate il fuoco e alla ricerca di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese.
Intanto un consigliere di Netanyahu ha detto che le operazioni contro l’ospedale Indonesiano a nord di Gaza sono “nel completo rispetto del diritto internazionale”. Dodici persone sono morte nell’attacco dell’esercito israeliano sul nosocomio e 200 pazienti sono stati evacuati, secondo Hamas. Nella notte 17 morti nel campo profughi di Nuseirat e altre 3 a Jabalia, secondo i media palestinesi.
Sul campo in ogni caso si continua a combattere. Le sirene di allarme sono risuonate contemporaneamente nel sud, nel centro e nel nord di Israele, in seguito a lanci di razzi da Gaza e dal Libano meridionale. I lanci da Gaza hanno interessato fra l’altro le aree di Tel Aviv e di Gerusalemme. Almeno cinque razzi sono stati intercettati in volo dalle batterie di difesa aerea Iron Dome. Non si ha notizia di vittime. Nel nord di Israele sirene di allarme sono risuonate sia nel settore ovest sia in quello orientale del confine.
Gaza, trattative in corso per gli ostaggi
Telegiornale 21.11.2023, 12:30